Giovedì 8 Febbraio si è celebrata la Giornata Mondiale contro la tratta di persone. Un’occasione importante per riflettere su tematiche che spesso riteniamo lontane dalla nostra vita quotidiana, ma che sono molto più connesse con noi ed i nostri consumi di quanto si creda.
Sulla difficile condizione degli schiavi moderni Manitese, in collaborazione con Caritas Ambrosiana, Pime e Ucsi Lombardia, ha voluto impostare il convegno intitolato “Tratta e gravi violazioni dei diritti umani. I nuovi schiavi del XXI secolo” tenutosi al Centro Pime. Diversi interventi si sono alternati sul palco dell’auditorium Pime: Paola Barretta ha aperto il convegno con una bella lezione sull’hate speech, la differenza fra ciò che viene trasmesso dai media e ciò che sarebbe corretto pubblicare secondo la Carta di Roma; Leonardo Becchetti ha presentato poi un’analisi dell’economia della schiavitù; Oliviero Forti ha invece acceso i riflettori sul lavoro schiavo; Mirta Da Pra ha restituito uno spaccato dell’industria del sesso in Italia ed infine Fiammetta Casali ha chiuso la giornata con un intervento sullo sfruttamento dei minori in Italia.
Al convegno c’è stato spazio non solo per dati, racconti, analisi, ma anche per soluzioni che potrebbero contribuire a migliorare la situazione di sfruttamento in cui versano molte persone. Il focus è infatti stato centrato sul ruolo della scelta individuale del consumatore, del pubblico, del beneficiario di servizi. Per modificare positivamente la vita di molti migranti, dei nuovi schiavi, è necessario scegliere di informarsi, fare fatica per cercare di capire la realtà che ci sta attorno. Cambiare il nostro approccio al consumo, indagando sulla filiera produttiva, potrebbe essere giù un importante passo in avanti per cambiare la vita a qualcuno. Ogni settore industriale è pervaso da una schiera di nuovi schiavi, i cui diritti sono andati sempre più assottigliandosi e i cui doveri sono diventati sempre più pesanti per permettere una produzione vantaggiosa per i proprietari. L’esempio più conosciuto è quello della raccolta della frutta e della verdura nelle campagne del Sud Italia, ma si potrebbero riscontrare gli stessi schemi schiavistici in diverse filiere produttive.
Per ulteriori informazioni, visita il sito di Manitese!