Tra i tanti protagonisti che popolano I Simpson, la più famosa sit-com animata statunitense ideata da Matt Groening, parodia satirica della società contemporanea che ha da poco compiuto trent’anni di successo (nonostante il quindicennio 1987-2002 sia grosso modo il migliore a livello di contenuto), merita un’attenzione particolare la figura di Lisa, la cui visione critica della realtà che la circonda, soprattutto in merito ai temi animalista e ambientalista, è ancora molto attuale.
In “Lisa la vegetariana” (7×05), dopo aver fatto amicizia con un agnellino, Lisa decide di smettere di mangiare la carne (nonché il pesce), per una questione etica: ritiene che sia ingiusto uccidere un’animale solo per sfamarsene, essendoci altre pratiche di alimentazione possibili, e quindi anche per una questione di coerenza: va contro la cultura alimentare imposta, che sceglie quale animale sacrificare e quale elevare a vera e propria persona, senza una vera logica. L’episodio culmina con il sabotaggio del barbecue realizzato da suo padre Homer, momento in cui Lisa si rende conto di essere stata troppo intransigente e di essere passata dalla parte del torto, non rispettando i punti di vista altrui. Abbracciando l’alimentazione vegetariana Lisa è portata inevitabilmente a comportarsi come farebbe un convinto animalista: assume un ruolo attivo nella difesa degli animali, come quando decide di opporsi alla festa delle mazzate, occasione in cui la cittadina di Springfield si ritrova per uccidere i serpenti con delle bastonate, solo per puro divertimento, una tradizione che ricorda per un certo verso la grindadráp, ossia la mattanza delle balene nelle isole Fær Øer (Danimarca) di cui si è tanto parlato negli ultimi anni; oppure quando cerca di convincere suo nonno a non fare il toreador, implicita polemica nei confronti della corrida, culmine dell’encierro, la corsa dei tori per le strade di Pamplona (Spagna); e ovviamente partecipa a diverse proteste animaliste per la tutela dei diritti degli animali, l’abolizione di questi ultimi come cavie da laboratorio, l’eliminazione della detenzione di animali per soli scopi di intrattenimento, ecc.
La sensibilità nei confronti degli animali va a braccetto con quella per l’ecologia. In “Lisa l’ambientalista” (12×04), dopo aver assistito all’arresto di un gruppo no global di fronte a un fast food che ricorda tanto il vero McDonald’s, una delle multinazionali più boicottate di sempre, Lisa entra a far parte del gruppo ambientalista in questione, in parte anche perché affascinata dal leader, definito “eco-fusto” dai mass media, e successivamente si offre come volontaria per legarsi in segno di protesta alla sequoia più longeva di Springfield, destinata ad essere abbattuta per motivi di potere (paradossalmente l’albero verrà colpito e distrutto da un fulmine attirato da un secchio di metallo abbandonato della stessa Lisa). Il suo amore per la natura porta Lisa a interessarsi a questioni di notevole rilevanza, come l’inquinamento, lo sfruttamento delle risorse naturali e tanto altro, e ad assumere comportamenti più idonei in merito, come la raccolta differenziata, il riciclaggio, il consumo critico, ecc., nel rispetto dell’ambiente, degli animali, ma anche delle persone: dai lavoratori sfruttati dalle multinazionali, alle popolazioni più povere che subiscono la globalizzazione. Ecco che si vede Lisa realizzare petizioni in merito, come accade in I Simpson, il film (2007), dove cerca di sensibilizzare la comunità all’inquinamento delle acque del lago di Springfield, stesso atteggiamento mostrato da Sky, a partire dallo scorso anno, nel lanciare la campagna Ocean Rescue, che pone l’accento sull’enorme quantitativo di plastica riversato nei mari e negli oceani, che ha avuto un impatto ambientale devastante.
Parlare di Lisa e usare la sua immagine come esempio per discutere di temi attuali, non significa strumentalizzarla: Lisa è un modello di ieri, ma anche di oggi. Non è un caso che sia stata scelta per la copertina di The Environmental Magazine, la rivista dedicata all’ambiente e destinata alle persone che vogliono sapere cosa fare in merito per fare la differenza. Come si potrebbero tradurre gli insegnamenti di Lisa? In piccoli gesti di tutti i giorni, che consistono nell’adottare comportamenti più etici in fatto di alimentazione, vestiario, sprechi domestici, mezzi di trasporto e così via, quindi tutto ciò che possa avere ripercussioni sull’ambiente, gli animali e le stesse persone. Ne I Simpson l’ecologia è un tema molto presente e di grande importanza, che racchiude in sé anche una buona dose di incoerenza, portata appositamente sullo schermo dall’autore per ironizzare sulle contraddizioni della società. Ad esempio, la cittadina di Springfield (omonima di tante altre città degli U.S.A., come a indicare la parte per il tutto), in cui sono ambientate le vicende del cartone, basa la sua economia proprio sulla produzione di energia nucleare.
Ma Lisa non è solo questo: è molto intelligente, nonostante soffra di complessi di inferiorità, come quando pensa che sua sorella Maggie abbia un Q.I. più alto del suo, e ha una conoscenza notevole per una bambina della sua età; è un amante del jazz e perciò suona il sassofono, strumento che spesso asseconda la sua malinconia, di cui a volte soffre, essendo spesso incompresa dalle persone e manifestando empatia per le sofferenze della Terra; è buddhista, intesa come filosofia, e crede nella scienza, cosa che le comporta avere problemi con la comunità religiosa della sua città, fautrice di una visione bigotta della vita; le sue idee liberali e progressiste la portano ad essere una sostenitrice della democrazia, tanto che arriva persino a biasimare la corruzione degli Stati Uniti d’America; difende le libertà naturali, soprattutto quelle di pensiero e di parola, ed è un’accesa femminista, combattendo gli stereotipi di genere, a cominciare da Malibu Stacey (di cui è comunque una fan), la versione simpsoniana della Barbie, opponendosi alla visione maschilista di donna intesa come semplice mogliettina tutto-fare, posizione che più volte la fa scontrare con sua madre Marge. Ciò nonostante Lisa è una persona come tutti e, soprattutto, una ragazzina con interessi da bambina quasi adolescente (lei stessa, insieme a suo fratello Bart, è una figlia del consumismo, fatto di televisione, merendine e tanto altro) e quindi non è perfetta e infallibile, ma cade lei stessa nei tranelli della vita.
Perché Lisa è uno dei personaggi più amati e allo stesso tempo più odiati? In I Simpson e la Filosofia, raccolta di saggi a cura di William Irwin, Mark T. Conrad e J. Skoble, l’articolo di quest’ultimo intitolato “Lisa e l’antintellettualismo statunitense” parla di avversione nei confronti degli intellettuali, presi in considerazione solo quando necessario, mentre svalorizzati in tutte le altre situazioni, in favore delle opinioni comuni, spesso non corrette. È vero anche che bisogna distinguere le persone dal pensiero valido e le persone che tendono a sfoggiare la loro pseudo-cultura, rivelandosi dei semplici intellettualoidi. Ma non è il caso di Lisa, spesso ignorata dagli adulti e presa in giro dai coetanei, perché l’essere intelligente dà fastidio. Questo perché Lisa mette in luce le contraddizioni della società, attraverso una buone dose di scetticismo, anticonformismo e umiltà. Ma se Lisa dà “fastidio”, allora vuol dire che ha fatto centro, che sta facendo la differenza e seguire il suo esempio non può che migliorare i comportamenti delle persone, fittizie ma anche reali, ancor più in ambito ecologico.