22 novembre 2018 ore 15
A cura di Silvia Paoli e Elena Ceratti
Milano, Castello Sforzesco
Sala Conferenze Archivio Fotografico – Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli”
In occasione dell’inaugurazione della mostra si terrà il convegno
“Carla Cerati. Il ’68 e ‘Morire di classe’”
La mostra e il convegno vogliono rendere omaggio all’importante lavoro fotografico condotto da Carla Cerati, insieme a Gianni Berengo Gardin, alla fine degli anni Sessanta, volto a far conoscere la condizione dei manicomi in Italia. Il lavoro venne diffuso e conosciuto grazie alla pubblicazione nel libro “Morire di classe. La condizione manicomiale fotografata da Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin”, curato da Franca Ongaro Basaglia e Franco Basaglia per Einaudi nel 1969.
“Alla fine di questo processo di disumanizzazione, il paziente che era stato affidato all’istituto psichiatrico perché lo curasse, non esiste più: inglobato e incorporato nelle regole che lo determinano. È un caso chiuso. Etichettato in modo irreversibile, non potrà più cancellare il segno che lo ha definito come qualcosa al di là dell’umano, senza possibilità di appello”.
Con questa frase in copertina il libro contribuì a denunciare con forza, e con l’evidenza delle immagini, la condizione disumana degli ospedali psichiatrici, sostenendo il movimento di opinione che portò alla chiusura dei manicomi con la legge Basaglia (legge 13 maggio 1978, n. 180, in tema di “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”), di cui ricorrono i 40 anni proprio nel 2018. Il movimento dell’antipsichiatria, nato nel mondo anglosassone a metà anni Sessanta e diffusosi ben presto anche in Italia, sulla scia del pensiero di Michel Foucault (Histoire de la folie à l’age classique, 1961), poneva radicalmente in discussione l’istituzione psichiatrica, l’esercizio della violenza e della segregazione, perpetrate contro soggetti deboli, poveri, diseredati, oltre al concetto stesso di malattia mentale.
Le fotografie in mostra, più di quaranta stampe originali di Carla Cerati, esposte insieme al libro “Morire di classe” e a materiali archivistici, testimoniano in modo diretto e senza mediazioni la terribile condizione umana che la fotografa vide e affrontò, con coraggio e determinazione, insieme a Gianni Berengo Gardin. Le affiancano fotografie da lei scattate negli ambienti sociali e politici dell’epoca, come quelle tratte dalla serie Mondo cocktail, sulla contestazione del ’68, sul dibattito tra gli intellettuali alla Libreria Einaudi di Milano.
Il convegno intende approfondire alcuni aspetti del lavoro Morire di classe, allargando lo sguardo all’importante e ampio contributo dato da Carla Cerati, con la sua attività di fotografa e scrittrice, sul piano culturale, sociale, politico.
Carla Cerati (1926-2016) è stata una figura di fondamentale importanza nel panorama della cultura e della fotografia italiana e internazionale. Scrittrice prolifica, con al suo attivo numerosi testi – il suo esordio avviene nel 1973 con Un amore fraterno, finalista al Premio Strega -, comincia a lavorare come fotografa di scena con il regista teatrale Franco Enriquez nel 1960, dopo una breve esperienza al Circolo Fotografico Milanese. Ben presto allarga il suo campo di interessi impegnandosi in inchieste su temi di rilevanza sociale e culturale con fotografie che, lungo l’arco di tre decenni, danno vita a numerosi libri e mostre oltre a comparire su riviste e quotidiani come L’Illustrazione Italiana, Vie Nuove, L’Espresso, La Fiera Letteraria, Du, Leader, il New York Times, L’Express, Time – Life, Die Zeit. Del 1965 è una sua ricerca sul paesaggio confluita in Nove paesaggi italiani, cartella con 9 fotografie realizzata in 25 esemplari, curata da Bruno Munari con prefazione di Renato Guttuso.
Per il celebre lavoro sugli ospedali psichiatrici, pubblicato da Einaudi nel 1969, con il libro Morire di classe, le viene assegnato il Premio Palazzi Reportage. Attraversa questi anni, dal 1960 al 1980, l’interesse e l’amore per Milano, fotografata a più riprese nei suoi diversi aspetti e nei momenti di forte cambiamento, sociale, culturale, politico (lavoro confluito in parte nella pubblicazione Milano 1960-1970, del 1997). Persone, ambienti, situazioni testimoniano un’epoca e un’intera generazione, attraverso le lotte politiche e il dibattito culturale: riprende gli storici incontri alla libreria Einaudi, la mostra L’altra metà dell’avanguardia curata da Lea Vergine nel 1980, le contestazioni del ’68, gli eccidi, il processo Calabresi – Lotta Continua, fino a toccare la fine degli anni ’70, con i giorni del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro. Segue i riti degli ambienti culturali cittadini (Mondo Cocktail, Amilcare Pizzi, 1974, nato dall’omonima mostra presso la galleria “Il Diaframma”). Approfondisce nuovi aspetti del teatro, fotografando il Living Theatre, e della danza, seguendo il lavoro del ballerino e coreografo spagnolo Antonio Gades e della performer Valeria Magli. Documenta la condizione degli intellettuali spagnoli sotto il regime di Franco, dal 1969 al 1975. Lavora sul nudo femminile, con uno sguardo critico e demistificante, scevro da stereotipi ma attento a intense lezioni formali ed espressive (Forma di donna, Mazzotta, 1978, riedizione ISSF, 2007, con saggio critico di Paolo Morello). Scrive l’importante trilogia Una donna del nostro tempo, riflessione lucida e consapevole, a partire dalla propria esperienza biografica, sulla condizione femminile (Un matrimonio perfetto, 1975, premio selezione Campiello; La condizione sentimentale, 1977; Il sogno della bambina (Uno e l’altro), 1983). Nel 1981 progetta e realizza per la RAI TV (Rete 2) il ciclo in tredici puntate Dietro l’obbiettivo, dedicato a diversi fotografi ripresi nell’ambiente di lavoro. All’inizio degli anni Novanta decide di lasciare il mestiere di fotografa e si dedica prevalentemente alla scrittura. Sono di quegli anni e di anni più recenti: La cattiva figlia (1990 – Premio Comisso), La perdita di Diego (1992 – finalista al Premio Strega), Legami molto stretti (1994), L’amica della modellista (1996), Grand Hotel Riviera (1998), La seconda occasione (2001), L’intruso (2004, Premio Feudo di Maida, Premio speciale il Molinello, Premio Vincenzo Padula – Città di Acri), L’emiliana (2008), Storia vera di Carmela Iuculano. La giovane donna che si è ribellata a un clan mafioso (2009), L’eredità. Idee e canzoni di un sessantottino: Federico Ceratti (2012). Sue opere sono conservate al MoMA, New York, al CSAC (Centri Studi e Archivio della Comunicazione) dell’Università di Parma, al Museo di Fotografia Contemporanea.
Dal febbraio 2018 l’Archivio di Carla Cerati è stato affidato, per volontà della figlia Elena Ceratti, in comodato gratuito al Civico Archivio Fotografico del Comune di Milano.
Il Civico Archivio Fotografico fa parte di Rete Fotografia
Inaugurazione della MOSTRA
“Carla Cerati. Il ’68 e ‘Morire di classe’”
22 novembre 2018 ore 15
A cura di Silvia Paoli e Elena Ceratti
Milano, Castello Sforzesco
Sala Conferenze Archivio Fotografico – Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli”
In occasione dell’inaugurazione della mostra si terrà il CONVEGNO
“Carla Cerati. Il ’68 e ‘Morire di classe’”
Programma:
Ore 15
Saluti e introduzione
Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura, Comune di Milano
Claudio Salsi, Direttore Area Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici
Silvia Paoli, Conservatore Civico Archivio Fotografico del Comune di Milano
Ore 15.15 – 20
Interventi e proiezioni
Alberta Basaglia, vicepresidente Fondazione Franca e Franco Basaglia
Una storia, tanti incontri…
Gianni Berengo Gardin, fotografo
Fotografia come denuncia: Carla Cerati, io e Franco Basaglia
Cristina Casero, Università di Parma
Lo sguardo di Carla Cerati. Su “Morire di classe” e altri racconti
Lucia Miodini, CSAC Parma e ISIA Urbino
Carla Cerati racconti “in scena e fuori scena”. Intorno a “Morire di classe”: corpi, gesti, espressioni
Proiezione: Oltre la soglia, di Ilaria Turba, 2006, 8’19’’
Paolo Barbaro, CSAC Parma
La testimonianza dislocata. Carla Cerati al CSAC
Roberta Valtorta, critico e storico della fotografia
Percorso, 1977: Carla Cerati racconta quindici anni della vita di una donna
Silvia Mazzucchelli, redazione “Doppiozero”
Oltre le gabbie l’uomo. Oltre l’umano il paradiso. Due esperienze di Carla Cerati
Giovanna Gammarota, critica indipendente, fotografa
Carla Cerati, spirito libero
Proiezione: Carla, di Fiammetta Luino, 2016, 26’ 46’’
Il film sarà introdotto dall’autrice, Fiammetta Luino
La mostra rimane aperta fino al 30 gennaio 2019, a ingresso libero, con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì, ore 9 – 17.30 (ultimo ingresso ore 17.00); sabato e domenica chiuso
https://archiviofotografico.milanocastello.it
c.craaifotografico@comune.milano.it, tel. 02.88463664 – 02.88462376
M1 (Cairoli); M1, M2 (Cadorna); M2 (Lanza); Tram linea 1-2-4-12-14-27; Autobus 50-57-58-61-94
Ufficio stampa Comune di Milano
Elena Conenna | elenamaria.conenna@comune.milano.it | tel. 02 884.50101
a cura di Francesco Castracane della redazione