La natura emergenziale del 3°settore e l’impresa del bene
Una nuova sensibilità è quella che viene registrata all’interno del contesto sociale ed economico italiano, in un panorama che accoglie un modello di sviluppo sostenibile che esce dalla dicotomia PROFIT-NO PROFIT e mette in campo risposte e idee che permettono di costruire una terra di mezzo florida per un giusto ecosistema necessario allo sviluppo di quella che viene comunemente chiamata: l’impresa del bene.
Questo l’argomento affrontato Il 14 dicembre, presso gli spazi di Base Milano, in occasione della giornata dedicata al tema della riforma del terzo settore e dell’impresa sociale organizzata da CGM e VITA, in collaborazione con l’associazione INnovare x INcludere e Impact Agenda per l’Italia.
L’impresa sociale rappresenta uno dei pilastri della riforma del terzo settore che da gennaio 2018innoverà il panorama legislativo italiano racchiudendo sotto la qualifica di ETS il vasto campionario di soggetti che popolano il mondo del no profit nostrano, con l’aggiunta dell’”ibrida” sorella capitalista.
“L’impresa sociale è un modello di sviluppo sostenibile che coinvolge l’intera comunità e contribuisce a creare un welfare generativo contabilizzando la dimensione umana, e dunque anteponendo l’elemento dello sviluppo a quello della crescita”. Così afferma Paolo Venturi (AICCON, Università di Bologna) introducendo un autorevole tavolo di discussione formato dagli alcuni makers della trasformazione socio-imprenditoriale in atto.
La tavola rotonda, moderata dalla giornalista del Corriere della sera Elisabetta Soglio e composta da: Giovanna Melandri (SIA – Human Foundation), Cristina Tajani (Assessore alle Politiche del Lavoro del Comune di Milano), Davide Invernizzi (Fondazione Cariplo), Mario Calderini (Politecnico di Milano) e Lucia Dal Negro(Innovare x Includere), ha raccolto le testimonianze e i pareri degli attori appartenenti ai principali contesti coinvolti dalla rivoluzione normativa (Istituzioni, soggetti No Profit ed Enti di studi e ricerca). Tutti concordi nel sostenere la natura emergenziale del 3° settore e l’unicità degli elementi che lo compongono, unici proprio perché in grado di produrre un valore sostanziato nell’esito trasformativo del contesto in cui essi vengono agiti.
Una nuova forma di imprenditoria dove il sociale appartiene al meccanismo della generazione del lavoro, rappresentando un input della produzione all’interno di un contesto pluralista caratterizzato da una fitta rete di alleanze e intersezioni.
Questo il modello dell’impresa del futuro che fa dell’ambito territoriale il suo punto di forza, individuando nella Città di Milano e, più in generale, nell’intero territorio Italiano, un modello di resilienza ottimale per il miglioramento di quell’ecosistema necessario affinché No profit e For Profit convergano per mixare i fattori dell’evoluzione scientifico-tecnologica con la risposta sociale, creando così forme ibride e innovative sia sul piano produttivo sia su quello relazionale.