Quando la signora Teresa mi ha dato la sua lista della spesa ho subito pensato a mia nonna.
Non ricordo di aver visto spesso mia nonna scrivere, la ricordo soprattutto in cucina a girare la polenta o seduta sulla sua poltrona a cucire una infinità di fili.
Quelle poche volte che ho visto la sua calligrafia era per quei bigliettini di auguri che mi scriveva ad ogni compleanno, e che conservo ancora nel cassetto.
La lista della spesa era scritta, per me, nella “calligrafia della nonna”: una calligrafia tipica di tutte le nonne italiane, un corsivo con qualche errore grammaticale, tremolante a testimoniare una dedizione propria nello scrivere.
La beata ignoranza delle lettere straniere per cui il “kilo” diventa “chilo” e lo “shampo” diventa “siampo”, un vero patrimonio dell’umanità che rischia di essere sommerso nel dimenticatoio da emoticons artificiose e correttori automatici.
Assicuratasi che avessi compreso ciò che aveva scritto, la signora Teresa si è premurata di dirmi quale marca di limoncello avrei dovuto comprare, giustificandosi dicendo che una sua amica sarebbe andata a trovarla,e voleva condividerlo con lei.
Mi sono trovato spiazzato a ricevere, da una signora dell’età di mia nonna, una motivazione, anzi una bugia, per giustificare l’acquisto di un superalcolico.
Perchè ha dovuto inventarsi, perchè di una invenzione si tratta, non potendo nessuna amica andare a trovarla in questo periodo di quarantena, una giustificazione di fronte ad un nipote sconosciuto, per comprare una bottiglia di limoncello?
Ricordo che anche mia nonna, nei suoi ultimi anni, aveva sviluppato una passione per il vino, che consumava in quantità superiore rispetto a quella che i suoi figli avrebbero voluto, ma a me diceva che siccome aveva visto due guerre poteva fare quello che voleva.
E infatti mia nonna due guerre le aveva viste per davvero.
Nata durante i giorni della disfatta di Caporetto, dopo solo pochi giorni dalla sua nascita i bolscevichi avrebbero preso il potere in Russia, e quando aveva solo ventidue anni si sarebbe di nuovo trovata catapultata in un conflitto mondiale che visse nell’attesa del ritorno del suo amato e la cui resistenza le conferì, a suo dire, la possibilità di bere vino nella sua vecchiaia.
Non credo che la signora Teresa avesse visto le due guerre, ma di sicuro aveva visto abbastanza cose da giustificare l’acquisto di qualsiasi ben di dio tra gli scaffali di qualsiasi supermercato.
Forse per questo è nato un movimento spontaneo che in tutta Milano milita per aiutare chi in questi giorni ne ha più bisogno; perché dietro a quella porta socchiusa nella penombra ci potrebbe essere la nonna di ciascuno di noi, che scrive la lista della spesa con la stessa cura con cui scrive un biglietto d’auguri, e forse per questo abbiamo scelto di militare ogni giorno per le strade della nostra città.
Perché in ciascuno di noi c’è quel nipote affamato di sogni che quando nessuno vede, versa un goccio da bere alla nonna.
Gian Marco Duina
foto di copertina dell’autore: lista della spesa di nonna Teresa