il diritto di avere gli stessi diritti dei colleghi uomini
In Italia solo sei sport sono professionistici e tutti al maschile, di seguito le Federazioni professioniste. Federazione Italiana Gioco Calcio (F.I.G.C.), Federazione Pugilistica Italiana (F.P.I.), Federazione Ciclistica Italiana (F.C.I.), Federazione Motociclistica Italiana (FMI), Federazione Italiana Golf (F.I.G.), Federazione Italiana Pallacanestro (F.I.P.).
Alle donne non viene invece riservata nessuna tutela contrattuale (infortunio, malattia, maternità, pensione), gli atleti professionisti infatti stipulano con le società un contratto di lavoro subordinato tutelato dalla legge italiana. La prestazione a titolo oneroso costituisce, tuttavia, oggetto di contratto di lavoro autonomo quando ricorra almeno uno dei seguenti requisiti:
a) l’attività sia svolta nell’ambito di una singola manifestazione sportiva o di più manifestazioni tra loro collegate in un breve periodo di tempo;
b) l’atleta non sia contrattualmente vincolato per ciò che riguarda la frequenza a sedute di preparazione od allenamento;
c) la prestazione che è oggetto del contratto, pur avendo carattere continuativo, non superi otto ore settimanali oppure cinque giorni ogni mese ovvero trenta giorni ogni anno.
Colpa della legge 91/1981 del CONI e delle Federazioni, in Italia sono infatti le singole Federazioni che decidono se essere professioniste o meno.
Ormai l’Italia è rimasta indietro rispetto non solo all’Europa ma al Mondo intero che nella maggior parte dei casi ha portato all’uguaglianza sportiva tra i due generi, i risultati delle nostre atlete sono sotto gli occhi di tutti, a partire dal tennis dove Errani, Vinci Schiavone e Pennetta vincono tornei a ripetizioni e scalano la classifica del ranking mondiale, le donne del Rugby si sono appena guadagnate la qualificazione al Mondiale di Irlanda 2017, un calcio sempre più in espansione con Patrizia Panico, bomber della Fiorentina, entrata a far parte della Hall of fame del calcio Italiano; senza dimenticare i successi nella pallavolo, nel nuoto e nella pallanuoto.
Disparità di genere che si nota non solo nello sport, nessuna donna occupa una posizione di rilievo nelle federazioni sportive o negli organi sportivi nazionali ed internazionali (UEFA – FIFA), ma anche nelle istituzioni ed imprese italiane sono pochissime le donne che occupano posizioni di rilievo, a causa di discriminazione dovuto ad un retaggio culturale del passato, che nel 2016 non è più accettabile e tollerabile.
Giovedì 3 Marzo dalle 10,30 presso l’Arena Civica di Milano – Sala Appiani, in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano, parleremo proprio di questo all’interno del convegno “Sport e parità di genere. Una sfida possibile”, terzo incontro del progetto EsTportare promosso delle associazioni: Altropallone Asd Onlus, Slums Dunk Onlus e World Friends Onlus, finanziato dalla Fondazione Cariplo.
Programma:
Giovedì 3 marzo 2016 , dalle ore 10.30 alle ore 12.30, presso la Sala Appiani – Arena Civica – Milano vi aspettiamo per il terzo incontro del progetto Estportare “Sport e parità di genere. Una sfida possibile”.
MODERA
Paola Gallas
INTERVENGONO
Luisa Rizzitelli – Presidente Assist (Ass. Nazionale Atlete)
Anita Sonego – Presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano
Giulia e Giada Di Camillo – Chieti calcio femminile – donnenelpallone.com
Lara Tagliabue – Basket Costa A2 – Slums Dunk Onlus
Massimo Seregni – Responsabile progetti Africa – Inter Campus
Elisa Virgili – Dottoranda in Filosofia delle Scienze Sociali
Angelica Vasile – Presidente Fermati Otello
Per info o approfondimenti: info.altropallone@gmail.com
Per ulteriori informazioni vai all’evento su Facebook
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Stefania Magnisi