La situazione dei vaccini tra ritardi e mancate spedizioni
È passato ormai quasi un anno dall’inizio della pandemia che non accenna a fermarsi, arricchita da molteplici varianti a maggiore trasmissibilità: quella inglese, brasiliana e sud africana. Il virus minaccia di restare in circolazione ancora per diverso tempo, disilludendo la maggior parte delle persone che già si prospettavano una primavera all’insegna di un ritorno alla “normalità”.
È facile domandarsi: Quando finirà tutto questo? Può essere altrettanto semplice trovare una risposta, perché è possibile averne solo una che mostri concretezza: quando saranno creati efficaci vaccini e resi disponibili a gran parte della popolazione mondiale.
Le varianti emerse hanno certamente accentuato le difficoltà nel trovare una temporanea via d’uscita alla realtà pandemica in tutto il mondo. Cosa significa per l’Italia? Data la certezza della presenza delle varianti monitorate dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), vengono predisposte misure di contenimento locali, soprattutto nelle aree metropolitane più grandi. La preoccupazione maggiore è la ridotta efficacia dei vaccini di fronte alle varianti, oltre alla lentezza con cui vengono somministrate le dosi di vaccino disponibili nel nostro paese.
Inoltre, l’esigenza di avanzare rapidamente sul piano vaccinale, piano che coinvolge tutta l’Ue, hanno spinto il premier italiano Mario Draghi a bloccare l’esportazione di 250mila vaccini AstraZeneca, prodotti ad Anagni (Frosinone), diretti in Australia. Scelta che potrebbe adottare anche la Francia, come dichiarato dal ministro della Sanità francese Olivier Veran in un’intervista a BfmTV.
La scelta di bloccare l’esportazione oltreoceano sembra essere dettata dai ritardi da parte di AstraZeneca nella consegna dei vaccini, che metterebbe dunque a rischio l’intero piano vaccinale Ue.
La decisione dell’Italia sembra però essere stata accolta a metà. Il primo ministro australiano Scott Morrison ha affermato di comprendere le preoccupazioni e le ragioni rispetto a questa scelta: “In Italia le persone muoiono al ritmo di 300 al giorno. Posso quindi certamente capire l’alto livello di ansia in Italia e in molti Paesi in tutta Europa. Sono in una situazione di crisi senza freni e questa non è la situazione in Australia”, aggiungendo come questa mancata consegna non influirà sulla campagna vaccinale in atto nel proprio paese.
Non sembra essere della stessa opinione il ministro della Salute australiano Greg Hunt, che invoca l’intervento della commissione europea a rivedere la decisione.
Sembra tuttavia che l’Ue non sia intenzionata a fare marcia indietro e anzi, il premier Draghi chiede maggiori vincoli riguardo l’esportazione di dosi vaccinali prodotte all’interno dell’Unione europea.
Alice Cubeddu