Da sempre la musica (e in particolare la canzone) accompagna ogni forma di rivoluzione portata avanti dall’uomo, come fosse una necessità, in quanto strumento di diffusione di ideali e valori, nonché mezzo per dare forza e continuare a lottare.
Durante la Resistenza sono nati molti canti partigiani: si tratta di un pezzo della nostra storia, ma soprattutto della storia di giovani (tra ragazze e ragazzi) che abbandonano la famiglia e gli amici per andare a combattere il regime nazi-fascista e soffrono fame e freddo, ma senza arrendersi, anche a costo di morire: molti di loro, infatti, non faranno mai più ritorno a casa.
I valori morali e i contenuti politici presenti nei canti della Resistenza, che hanno ispirato quell’ideale di libertà che ha tanto animato i partigiani, sono ancora oggi molto sentiti ed è giusto diffonderli attraverso tali canzoni, in modo da far rivivere lo spirito della Resistenza anche tra le generazioni che non hanno vissuto in prima persona la lotta partigiana e ricordare tutti coloro che hanno dato la loro vita per permetterci di vivere in un mondo più libero.
Le tematiche dei canti sono varie: patriottismo, politica, guerra, morte, giustizia (vendetta), ecc. E ancora, le montagne, i luoghi in cui si sono svolte le battaglie più cruente della Resistenza. Lo stile adottato, infine, fa uso di una giusta dose di satira e malinconia. Ciò che emerge, comunque, è il sentimento comune: il far parte di un qualcosa condiviso con i propri simili, sentimento favorito grazie ai canti stessi, in grado di rafforzare i legami dei partigiani, come amicizia e fratellanza.
Ecco alcuni dei canti più popolari:
NB: Esistono molte varianti lessicali dei testi delle canzoni. Nell’elenco, i link ad alcune interpretazioni di diversi artisti italiani.
La Badoglieide
Anno: 1944
Autore/i: Ivanoe Bellino, Alberto Bianco, Livio Bianco, Nuto Revelli e altri
O Badoglio, o Pietro Badoglio
ingrassato dal Fascio Littorio
col tuo degno compare Vittorio
ci hai già rotto abbastanza i coglion!
T’ l’as mai dit parei
t’ l’as mai fait parei
t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait, t’ l’as mai dit parei.
T’ l’as mai dilu: sì sì
t’ l’as mai falu: no no
tutto questo salvarti non può!
Ti ricordi quand’eri fascista
e facevi il saluto romano
ed al Duce stringevi la mano?
Sei davvero un gran bel porcaccion!
Ti ricordi l’impresa d’Etiopia
e il ducato di Addis Abeba?
Meritavi di prendere l’ameba
ed invece facevi i milion!
Ti ricordi la guerra di Francia
che l’Italia copriva d’infamia?
Ma tu intanto prendevi la mancia
e col Duce facevi ispezion!
Ti ricordi la guerra di Grecia
coi soldati mandati al macello
e da allora per farti più bello
rassegnavi le tue dimission?
A Grazzano giocavi alle bocce
mentre in Russia crepavan gli alpini,
ma che importa ci sono i quattrini
e si aspetta la buona occasion!
L’occasione è arrivata
è arrivata alla fine di luglio
ed allor per domare il subbuglio
ti mettevi a fare il dittator!
Gli squadristi li hai richiamati
gli antifascisti li hai messi in galera
la camicia non era più nera
ma il fascismo restava il padron!
Era tuo quell’Adami Rossi
che a Torino sparava ai borghesi
se durava ancora due mesi
tutti quanti facevi ammazzar!
Mentre tu sull’amor di Petacci
t’affannavi a dar fiato alle trombe
sull’Italia calavan le bombe..
..e Vittorio calava i calzon!
I calzoni li hai calati
anche tu nello stesso momento
ti credevi di fare un portento
ed invece facevi pietà!
Ti ricordi la fuga ingloriosa
con il re verso terre sicure?
Siete proprio due sporche figure
meritate la fucilazion!
Noi crepiamo sui monti d’Italia
mentre voi ve ne state tranquilli
ma non crederci tanto imbecilli
da lasciarci di nuovo fregar!
Se Benito ci ha rotto le tasche
tu, Badoglio, ci hai rotto i coglioni
pei fascisti e pei vecchi cialtroni
in Italia più posto non c’è!
Bella Ciao
Anno: 1943-1945
Autore/i: Anonimo
Una mattina [Stamattina] mi son svegliato [alzato]
o Bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao ciao ciao!
Una mattina [Stamattina] mi son svegliato [alzato]
e ho trovato l’invasor.
O partigiano, portami via
o Bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao ciao ciao!
O partigiano, portami via
ché mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano
o Bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao ciao ciao!
E se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.
Mi seppellirai [E seppellire] lassù in montagna
o Bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao ciao ciao!
Mi seppellirai [E seppellire] lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.
E la gente [Tutte le genti] che passerà [passeranno]
o Bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao ciao ciao!
E la gente [Tutte le genti] che passerà [passeranno]
dirà [ti diranno] «O, che bel fior!»
E questo è il fiore del partigiano
o Bella, ciao! Bella, ciao! Bella, ciao ciao ciao!
E questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà.
La Brigata Garibaldi
Anno: 1944
Autore/i: Mario Bisi, Rinaldo Pellicciara e altri
Fate largo, che passa
la Brigata Garibaldi!
La più bella, la più forte
la più ardita che ci sia!
Fate largo quando passa
il nemico fugge allor!
Siam fieri, siam forti
per cacciare l’invasor!
Abbiam la giovinezza in cor
simbolo di vittoria.
Marciamo sempre forte
e siamo pieni di gloria.
La stella rossa in fronte
la libertà portiamo.
Ai popoli oppressi
la libertà noi porterem.
Col mitra e col fucile
siam pronti per scattare.
Ai traditor fascisti
gliela farem pagar.
Con la mitraglia fissa
e con le bombe a mano.
Ai traditor fascisti
gliela farem pagar.
Festa d’Aprile
Anno: 1948
Autore/i: Franco Antonicelli e Sergio Liberovici
E’ già da qualche tempo, che i nostri fascisti
si fan vedere poco e sempre più tristi.
Hanno capito forse, se non son proprio tonti
che sta per arrivare la resa dei conti.
Quando un repubblichino omaggia un germano
alza la mano destra al saluto romano.
Ma se per caso incontra noi altri partigiani
per salutare alza entrambe le mani.
Forza che è giunta l’ora, infuria la battaglia
per conquistar la pace, per liberare l’Italia.
Scendendo giù dai monti, a colpi di fucile
evviva i partigiani! E’ festa d’Aprile!
Nera camicia nera, che noi t’abbiam lavata
non sei di marca buona, ti sei ritirata.
Si sa le mode cambiano quasi ogni mese
ora per i fascisti s’addice il borghese.
In queste settimane, i cari tedeschi
catturano le nespole, persino sui peschi.
L’amato Duce e il Führer ci davano per morti
però noi partigiani siam sempre risorti.
Fischia il vento
Anno: 1943
Autore/i: Felice Cascione
Musica ispirata a Katyusha, canzone popolare sovietica composta nel 1938 da Matvei Blanter e Michail Isakovskij.
Fischia il vento e infuria [urla] la bufera
scarpe rotte e pur bisogna andar.
A conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell’avvenir.
Ogni contrada è patria del ribelle
e ogni donna a lui dona un sospir.
Nella notte lo guidano le stelle
forte il cuor e il braccio nel colpir.
Se ci coglie la crudele morte
dura vendetta verrà dai partigian.
Ormai sicura è già la dura sorte
del fascista vile e traditor.
Cessa il vento, calma è la bufera
torna a casa il fiero partigian.
Sventolando la rossa sua bandiera
vittoriosi, al fin liberi siam!
Buon 25 aprile!
Per conoscere altri canti e avere informazioni sulla loro storia consultare il sito dell’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia): www.anpi.it