Proprio oggi cade la ricorrenza della strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992 ad opera di Cosa Nostra, in cui persero la vita il magistrato Giovanni Falcone (assieme alla moglie Francesca Morvillo) e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, senza contare il gran numero di feriti che vi furono.
Ma la lotta alla criminalità organizzata non si lega soltanto a personalità del calibro di Giovanni Falcone, comunque modello di coraggio per ogni generazione futura. Già Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie promuove ogni anno la “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, per dare un nome anche a quelle persone meno conosciute che hanno perso la vita per colpa della malavita.
E a dare spazio a volti meno noti (o quasi) ci pensano anche le donne delle associazioni de la Banca del Tempo di Melegnano, l’Osservatorio Mafie del Sud Milano e il Circolo Arcobaleno Legambiente del Sud Est Milano, attraverso lo spettacolo teatrale “Le Ribelli contro la mafia – storie di donne che lottano”, già in scena da qualche anno nei diversi comuni lombardi e in programma anche a partire da questo mese. L’esibizione, caratterizzata dalla lettura della storia delle protagoniste, vuole dare visibilità ad alcune delle tante donne che si sono opposte alla mafia, mettendo in luce la loro difficile posizione, in quanto donne, perciò sottovalutate, e quindi il diritto ad essere ascoltate.
Ecco le figure femminili portate sul palcoscenico: Carmela Iuculano, ex pentita e collaboratrice antimafia, ora sotto scorta; Elisabetta Tripodi, ex sindaco di Rosarno (Reggio Calabria), si è impegnata nella lotta ai clan mafiosi, anche lei è oggi sotto scorta; Felicia Impastato (1916-2004), madre di Giuseppe “Peppino” Impastato, giornalista e attivista che ha denunciato le attività di Cosa Nostra e perciò è stato assassinato; Lea Garofalo (1974-2009), testimone di giustizia contro l’’ndrangheta, ha denunciato le attività illegali della propria famiglia e dell’ex compagno, quindi è stata uccisa e il corpo bruciato; Maria Carmela Lanzetta, ex sindaco di Monasterace (Reggio Calabria), ha basato la sua attività politica nella lotta all’’ndrangheta, perciò è stata presa di mira da quest’ultima; Renata Fonte (1951-1984), Assessore alla cultura e alla pubblica istruzione del comune di Nardò (Lecce), è stata assassinata per non aver assecondato i ricatti della mafia; Rita Atria (1974-1992), di famiglia mafiosa e testimone di giustizia, è morta suicida all’età di 17 anni a seguito dell’attentato a Paolo Borsellino, figura in cui la ragazza riponeva grande fiducia; Rosaria Capacchione, giornalista autrice del libro “L’oro della camorra”, incentrato sull’ascesa del clan dei casalesi nell’economia italiana; e infine Rosaria Costa, vedova del sopracitato Vito Schifani, morto nella strage di Capaci.
Per rimanere aggiornati sulle prossime date dello spettacolo clicca qui. Partecipare è anche un modo per dare il proprio contributo alla lotta alla criminalità organizzata, in quanto anche nel proprio piccolo è possibile e doveroso fare qualcosa, perché «[…] la mafia è una montagna di merda». (cit. Peppino Impastato)
Foto interne all’articolo tratte dalla pagina Facebook di Le Ribelli Contro la Mafia