Care lettrici, cari lettori,

questo anno non vi faremo particolari auguri, ma useremo parole e immagini create da altri.

Non vogliamo alimentare ulteriormente la retorica della fine dell’anno, tanto i concetti sono sempre gli stessi.

Non è che non ci teniamo a farvi gli auguri, ma ci importa anche creare degli spazi di silenzio in questo mondo pieno di parole e di rumori.

Quindi vi salutiamo e vi auguriamo Buon Anno Nuovo con una poesia dell’Antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters.

Theodore il poeta

Da ragazzo, Theodore, tu sedevi per lunghe ore

sulle sponde del torbido Spoon

con gli occhi incavati a fissare l’entrata

della tana del gambero,

in attesa che apparisse, spingendo avanti,

prima le antenne ondeggianti, come paglie di fieno,

e subito dopo il corpo, color della steatite,

ingemmato di occhi nerolucenti.

E ti chiedevi in un’estasi del pensiero

che cosa sapesse, che cosa desiderasse, e perché mai vivesse.

Ma poi il tuo sguardo si fermò sugli uomini e sulle donne

che si nascondono nelle tane del destio nelle garndi città,

aspettando l’uscita delle loro anime

così da poter vedere

come vivono e per che cosa,

e perché continuano così alacremente a strisciare

lungo la strada sabbiosa dove manca l’acqua

quando l’estate svanisce.

 

In questo anno che sta andando via, vorremmo ricordare, visto che ci sembra che nessun notiziario lo abbia ricordato, la scomparsa di quel grande regista che è stato Ermanno Olmi, che nel 1954, quando lavorava per la Edison, mise in immagini “Dialogo fra un venditore di Almanacchi e un passeggiere” dalle operette morali di Giacomo Leopardi

“Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?”

Auguri

 

Francesco Castracane

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