L’Italia tra modernità e arretratezza

 

Quando è entrata in funzione la stazione ferroviaria dell’aeroporto di Palese e il collegamento della Ferrovie Nord Barese fino a Barletta ne sono stato entusiasta. Moderna, luccicante, funzionale…non mi pareva vero.

E poi il risparmio di tempo: per andare a Canosa di Puglia, mia città natale, dall’aeroporto prima bisognava prendere il bus per la stazione centrale di Bari e poi andare a Barletta in treno o in bus e poi, se c’era, la littorina per Spinazzola, altrimenti un altro bus: dalle tre alle quattro, anche cinque ore, per fare 80 chilometri. Con il collegamento inaugurato nel 2013, un’ora scarsa di trenino moderno e se un parente o un amico ti viene a prendere a Barletta… in un’ora e venti sei a casa di tua madre a Canosa: quasi un miracolo. Costo di una
corsa 8,20 euro: un po’ caro rispetto ai 3,50 euro via F.S. da Barletta a – Bari Palese Macchie (non sono sicuro che arrivi all’aeroporto), ma ci stai, anche se comunque devi disturbare qualcuno che ti accompagni a Barletta. Uno ogni ora e mezza circa: comodo insomma.

Poi, la frequenti un po’ più e scopri che al sabato le corse sono molto meno numerose, e che la domenica il servizio in realtà non esiste: alla domenica puoi farti il pezzo in treno fino a Bitonto, e da Bitonto a Barletta il bus (e viceversa).

Come mai? Poca gente che lo prende, al sabato e domenica non ci sono gli studenti e i pendolari… e tenere in piedi gli orari normali è un costo; tantopiù che il pezzo più a nord è su binario unico. Non conviene.

Già, il binario unico. Quel pezzo maledetto che ieri ha ucciso 27 persone.

Per errore umano? Non può essere altrimenti visto che non c’era altro sistema di sicurezza automatico!

La linea è quella che è, si dovrà raddoppiare, ci sono i soldi EU dal 2007…ma per ora è così e ce la teniamo così. Con un incredibile mistura di modernità e arretratezza, di tornelli elettronici a Bari Palese e di assenza totale di automatismi di sicurezza negli ultimi 32 km., quelli che da Ruvo passano per Andria e arrivano a Barletta.

Una mistura che da una parte guarda al collegamento con l’aeriporto internazionale e dall’altra al traffico pendolare.

126 treni al giorno dal lunedì al venerdì, e alla domenica treno+pulman.

Qui sta l’incredibile: tariffe private e quindi alte, ma deroghe clamorose in fatto di sicurezza. E’ già chiaro che nessuno sarà responsabile, legalmente, per la mancanza di sistemi di sicurezza: sarà solo “errore umano”.

A me mai sarebbe venuto in mente che il sistema del binario unico non avesse un qualche automatismo di sicurezza, di controllo meccanico/elettronico. Perché un “errore umano” su una tratta in cui passano 126 treni al giorno prima o poi capita (e c’è di peggio: sentivo in radio che di binari unici ce ne sono ancora parecchi, addirittura uno sulla Bari-Bologna al lonfine tra Puglia e Basilicata).

E poi un altro dato, riportatomi da un amico su facebook: di 5 miliardi di investimenti pubblici sulle ferrorie 98,8& sopra Firenze e 1,2% sotto Firenze. E un pensiero, polemico, spunta:: sarà per via delle linee TAV?

Tutto qui: le mie origini pugliesi, il frequentare quella linea ferrorviaria, seppur quattro volte l’anno o poco più, mi spingevano a fare queste riflessioni a un giorno dal disastro ferroviario.

Il mio partecipe cordoglio e le mie condoglianze ai cari delle vittime.

(le foto sono personali, febbraio 2016: in copertina il binario unico, la moderna stazione FNB Aeroporto Palese, il dettaglio dei tornelli elettronici, l’interno vetture del trenino in una giornata d pioggia; l’ultima foto è dal pullman che alla domenica sostituisce il treno da Barletta a Bitonto) 

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