Altra difesa della Patria? Servizio civile volontario? Opportunità e formazione!

“Il Servizio Civile Nazionale opera nel rispetto dei principi della solidarietà, della partecipazione, dell’inclusione e dell’ utilità sociale nei servizi resi, anche a vantaggio di un potenziamento dell’occupazione giovanile. Le aree di intervento del Servizio Civile Nazionale sono riconducibili ai settori di: ambiente, assistenza, educazione e promozione culturale, patrimonio artistico e culturale, protezione civile, servizio civile all’estero”.

Se guardiamo alla generale e comunemente accettata definizione dell’Istituto del Servizio Civile Nazionale, è facile riscontrare come essa racchiuda in sé concetti e ambiti appartenenti e caratterizzanti il tessuto (e i legami) socio-territoriali di un determinato contesto civile. La società civile da sempre poggia le sue fondamenta su determinati fattori: progresso, benessere, giustizia, cultura e unità. Le moderne società avanzate estendono (o in alcuni casi, dovrebbero estendere?) un simile concetto all’inclusione di elementi quali: solidarietà, appartenenza, educazione, sensibilizzazione e integrazione. Ed ecco che nel corso dell’evoluzione socio-culturale globale, il progresso morale delle aggregazioni di popoli va di pari passo con il consolidarsi delle basi strutturali esistenti e con lo sviluppo del collettivo interesse per specifiche tematiche catalogabili nelle macro sfere del contesto sociale, ambientale e umanitario.

E’ all’interno di un tale passaggio dal “vecchio al nuovo” che è facilmente collocabile l’Istituto del Servizio Civile Nazionale odierno. Se guardiamo alle origini storiche dell’Istituto infatti, potremo trovare alla base della piramide concettuale l’antica nozione di “obiezione di coscienza”, in seguito regolamentata da disposizioni e successive modificazioni legislative susseguitesi e adattatesi nel corso del tempo all’evolversi della società civile: Art 1 legge 230/1998: “ … un servizio civile, diverso per natura e autonomo dal servizio militare, ma come questo rispondente al dovere costituzionale di difesa della Patria …”. E ancora, Art 1 legge 64/2001: “E’ istituito il servizio civile nazionale, finalizzato a: concorrere, in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi e attività non militari”. Ad oggi, a seguito della sospensione della leva obbligatoria avvenuta in attuazione del decreto legge 30/06/2005 n. 115, l’accezione più corretta dell’Istituto del Servizio Civile Nazionale individua un servizio di utilità sociale, esplicabile nel campo dei diritti umanitari, dell’ambiente, della burocrazia o della promozione sociale, finalizzato a coinvolgere le nuove generazioni nella difesa della Patria con mezzi non armati e non violenti, e teso a costituire e rafforzare legami che sostanziano e mantengono coesa la società civile, rendono vitali le relazioni all’interno delle comunità, allargano alle categorie più deboli e svantaggiate la partecipazione alla vita sociale e realizzano reti di cittadinanza mediante la partecipazione attiva delle persone alla vita della collettività e delle istituzioni a livello locale, nazionale, europeo ed internazionale.

Ma cosa rappresenta realmente il SCN per i giovani?

Nient’altro che un’opportunità. Si tratta semplicemente di un’opportunità di formazione civica, sociale, culturale e professionale, attuata su base volontaria, operante nel rispetto dei principi della solidarietà, della partecipazione, dell’inclusione e dell’utilità sociale nei servizi resi, e volta al potenziamento dell’occupazione giovanile.

Pertanto: “giovani di tutto il mondo unitevi!” E siate in grado di riconoscere un’occasione quando vi si presenta, perché il mondo in cui vivete, ad oggi, appare piuttosto carente di generosità e gratuità.

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