La fotografia di FIAB sulle piste ciclabili
Si rinnova dopo 10 anni la fotografia di FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta sulle ferrovie dismesse in Italia. Sono ben 5.000 km i binari in disuso su tutto il territorio italiano e soltanto 1.000 km quelli riconvertiti a piste ciclabili.
Secondo FIAB si delinea già un buon risultato e passo in avanti, se si considera che a distanza di 10 anni si è passati da appena 640 km di ferrovie riconvertite in ciclabili, agli attuali 1000.
“Si tratta di un dato positivo – commenta Antonio Dalla Venezia, presidente FIAB – che conferma un interesse sempre maggiore da parte dei nostri amministratori verso una tematica che, fino a dieci anni fa, era sostanzialmente ignorata, a parte qualche eccezione”.
Un duplice significato nel percorso di riqualificazione: secondo FIAB, si ha da una parte un valore simbolico capace di preservare la memoria di lavori realizzati oltre settant’anni fa, capace dunque di contribuire a salvare parte del patrimonio culturale e architettonico italiano; dall’altra parte l’opera di riqualificazione di suolo pubblico si configura come importante azione nel rispetto dell’ambiente e con un minimo impatto sul territorio.
Il così detto turismo lento, cui la bici è il miglior alleato, si diffonde sempre di più nel nostro territorio, perciò una riconversione di questo tipo non può che essere incentivata dalle istituzioni. Significa creare nuove opportunità di turismo sostenibile e accogliere con vigore nuove vie green, che non danneggiano il territorio e non affaticano l’ambiente.
Sulla base della ricerca condotta da FIAB emergono alcune regioni più virtuose che contano il maggior numero di tratte ferroviarie dismesse e riconvertite in ciclovie: il Veneto con 165,5 km che registra la tratta Treviso-Colzé di 54 km lungo la ciclovia Treviso-Ostiglia e la tratta di 42 km Calalzo-Cimabanche lungo la Calalzo-Cortina-Dobbiaco; l’Emilia Romagna con 132,2 km e la Lombardia con 121,3. A queste si aggiunge l’Umbria, dimostratasi la più attiva arrivando fino a 73 km riconvertiti, la Basilicata che da zero tratte recuperate si porta a 41,6 km, e l’Abruzzo. FIAB riporta inoltre che con la Godrano-Ficuzza-San Carlo in Sicilia, 62 km convertiti in ciclovia che necessitano di ulteriore manutenzione, si conta la tratta con più km recuperati. Si aggiunge anche la tratta Tarvisio-Gemona in Friuli di 58 km lungo la ciclovia dell’Alpe Adria.
“Una tratta di ferrovia dismessa rinata e convertita il percorso cicloturistico, diventa già da sola un’attrazione verso quel territorio – conferma Antonio Dalla Venezia, che aggiunge – L’appetibilità e il fascino che regala un percorso di questo tipo è ampiamente superiore a una normale ciclovia, perché significa pedalare nella memoria e godere di emozioni diverse”.
Treni e bici si alleano dunque nella creazione di nuovi percorsi come mezzi sostenibili: il treno, da sempre scelto per le lunghe distanze, lascia i suoi vecchi spazi alla bicicletta per nuove vie da percorrere con rinnovati sguardi e prospettive, all’insegna del rinnovamento e un ecoturismo di qualità.
Alice Cubeddu