G20: Offical website

Si conclude con l’ottimismo da parte del Premier Mario Draghi, il G20 tenutosi a Roma a fine ottobre. Al centro delle riflessioni, i piani di sviluppo sostenibile i gli obiettivi legati all’agenda 2030 sul cambiamento climatico. Non da ultimo, la discussione sulla maggiore accessibilità ai vaccini ai Paesi poveri.

“Saremo giudicati da quello che faremo. Vorrei ringraziare molti degli attivisti che ci spingono, ci mantengono tutti sul pezzo” anche quando “dicono che sono stanchi di questi blablabla” o che “parliamo senza sostanza. Io penso che questo vertice ha riempito di sostanza queste parole”. Ha così concluso il vertice il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, ricalcando le parole di Greta Thunberg che a capo della marcia di protesta contro il vertice sul clima aveva accusato i potenti decisori del pianeta di non star facendo nulla di concreto, di promulgare “vuote promesse” di cui non se ne sente il bisogno, riducendo tutto a un mero “blablabla”.

Tra i capi di Stato e di governo presenti all’evento la cancelliera Angela Merkel, il presidente Joe Biden, Emmanuel Macron, Jair Bolsonaro e il premier indiano Narendra Modi. Presenti anche Ursula von der Leyen e Charles Michel, rispettivamente i presidenti della Commissione e del Consiglio dell’Unione europea. Grandi assenti in presenza Cina e Russia.

Tra i risultati raggiunti, l’introduzione della global minimum corporation tax (fortemente acclamata dal presidente statunitense Joe Biden) ovvero la già annunciata tassa minima del 15% sulle grandi corporate internazionali e in particolare i colossi del mondo digital, che hanno un fatturato annuo di +750mln di euro. L’accordo obbligherà le aziende (come Google, Amazon, Facebook, Apple etc) a pagare una tassa in ciascuno dei Paesi in cui sono presenti e attive, facendo così profitti in molti casi a tassi agevolati. Con l’adesione dei 136 membri dell’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) su 140 presenti, l’operazione porterebbe circa 127 miliardi di euro.

Dal G20 alla Cop26

Per quanto riguarda le sfide chiave di questi ultimi anni, quelle relative al clima e al raggiungimento della riduzione delle emissioni in linea con l’agenda 2030, e neutralità del carbonio entro il 2050, si rimarcando gli obiettivi degli accordi di Parigi “di mantenere l’incremento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C e di mettere in atto gli sforzi necessari per limitarlo a 1.5°C al di sopra dei livelli pre-industriali”, identificando tuttavia la data generica per il suo raggiungimento con “entro o intorno alla metà del secolo”. Da qui il prosieguo dei lavori fatti di altrettanti negoziati e intese sugli obiettivi raggiungibili sono demandati alla Cop26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici con sede a Glasgow in Scozia, fino a metà novembre.

Accessibilità ai vaccini

Le dichiarazioni di intenti anche in merito alla maggiore accessibilità ai vaccini è stata fatta rimarcando l’impegno a sostegno della “la scienza per abbreviare lo sviluppo di vaccini, terapie e diagnostica sicuri ed efficaci da 300 a 100 giorni” accanto agli “sforzi per garantire un accesso tempestivo, equo e universale a vaccini, terapie e diagnostica sicuri, convenienti, di qualità ed efficaci, con particolare riguardo alle esigenze dei paesi a basso e medio reddito», e «per contribuire ad avanzare verso gli obiettivi di vaccinare almeno il 40% della popolazione in tutti i Paesi entro la fine del 2021 e il 70% entro la metà del 2022”.

Dichiarazioni tuttavia criticate in particolare dal Comitato Italiano ICE, promotore della campagna Right2cure, attivatasi immediatamente a ridosso della discussione dei vaccini per il Covid-19: “E’ davvero sconvolgente l’assenza di decisioni concrete e utili da parte del G20 per fare arrivare i vaccini a tutti quei paesi che ne sono stati esclusi fino ad oggi, per i costi e i contratti capestro, determinati dai brevetti e dallo strapotere di BigPharma”, si legge nel comunicato stampa di fine ottobre. “Si potranno avere vaccini disponibili per tutti solo con la sospensione temporanea dei brevetti, come chiesto anche da Papa Francesco al presidente Biden, come chiesto da India e Sud Africa con oltre 110 Paesi e dalla campagna europea Right2cure-No profit on pandemic, a cui aderiscono in Italia 120 associazioni e organizzazioni. A tale richiesta proprio ieri si è aggiunto il parere favorevole della Cina”.

Una battaglia ancora aperta, che sembra accostarsi all’accusa di elargire soli “blablabla” dell’attivista per il clima.

Alice Cubeddu

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