Foto: City of Helsinki

La capitale finlandese si conferma in prima linea con i progetti contro l’emergenza climatica, l’inquinamento da plastica e le sempre più imperanti sfide legate agli obiettivi di sviluppo sostenibile. Dalla scommessa per diventare carbon neutral entro il 2035 (obiettivo climatico tra i più ambiziosi dichiarati), alla realizzazione di importanti iniziative, come l’Helsinki Energy Challenge bandito nel 2020: un concorso internazionale da un milione di euro per la ricerca di soluzioni sostenibili per il riscaldamento urbano.

L’ambizione di Helsinki tocca dunque anche la questione dell’inquinamento da plastica. In particolare, la città finlandese si fa promotrice di innovativi esperimenti per contrastare l’inquinamento nel Mar Baltico.

Il problema della plastica accumulata nei mari, negli oceani e sull’intero pianeta, delle microplastiche che affliggono i fondali marini è arrivato a livelli indicibili, e gli sforzi per rigenerare e preservare gli ecosistemi marini e costieri appaiono sempre più difficoltosi.  Per questo la ricerca scientifica su metodi di contrasto all’inquinamento e alla conservazione degli ecosistemi marini che risultano minacciati resta in costante allerta e necessita di azioni costanti.

Solo a giugno dello scorso anno l’Ue, nel rapporto sulle direttive per la protezione dell’ambiente marino, dichiarava fallito l’obiettivo Ue 2020. Colpevoli, l’insufficienza delle misure adottate e la necessità di potenziare la cornice normativa “per affrontare pesca eccessiva e inquinamento da materiali come plastica e sostanze chimiche”.

A fronte di nuove sfide climatiche e lotta all’inquinamento dunque, Helsinki si pone in prima linea supportando quattro esperimenti contro l’inquinamento del Mar Baltico. Questi sono stati condotti nel 2020 nelle zone costiere e marittime di Helsinki e comprendono: la startup Clewat che ha testato un tipo di nave in grado di raccogliere efficacemente macro e microplastiche dal mare; Innogreen che ha sviluppato una barriera capace di filtrare i detriti plastici dall’acqua piovana; Bioharbour attraverso l’analisi dei volumi di plastica nei rifiuti alimentari delle navi da crociera che entrano nel Mar Baltico e Bloft Design Lab che ha sviluppato una stampante 3D per stampare schede SUP dai rifiuti di plastica recuperati dalle aree costiere.

Grazie a The Baltic Sea Challenge (BSC), forte delle molte organizzazioni aderenti (più di 270 membri riuniti per creare e attuare il proprio Baltic Sea Action Plan), si continua a tenere alta l’attenzione sull’inquinamento marino e si conferma la volontà di Helsinki di fare da terreno di prova a progetti e soluzioni sulla sostenibilità ambientale, così che questi possano essere replicati anche fuori dalla Finlandia.

Questo l’augurio del vicesindaco di Helsinki Anni Sinnemäki:” Anche se a Helsinki si sta già facendo molto per proteggere il Mar Baltico, sono necessarie ulteriori azioni. Abbiamo bisogno di soluzioni innovative accanto a quelle già in atto. Finanziare questi esperimenti è vantaggioso per determinare rapidamente se le nuove innovazioni funzionano e se sono destinate a una più ampia diffusione. Per questo, noi tutti beneficiamo del fatto che Helsinki sia una piattaforma che può essere utilizzata da start-up imprese e organizzazioni per testare le loro innovazioni e metterle in pratica.”

Accanto a tali importanti iniziative è bene ricordare come nell’ottica del raggiungimento dell’Obiettivo 14 dell’Agenda 2030: Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine, l’Onu ha proclamato il Decennio delle Scienze del Mare per lo sviluppo sostenibile: dieci anni in cui si richiede alla comunità scientifica, ai governi, alle organizzazioni di lavorare attivamente alla ricerca soluzioni innovative per raggiungere “l’Oceano di cui abbiamo bisogno per il Futuro che vogliamo”.

Alice Cubeddu

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