La deontologia dall’emergenza alla programmazione

Si è tenuto in data 3 luglio 2017 il seminario di formazione, rivolto ai professionisti del mondo dell’informazione, che ha voluto trovare un’ulteriore occasione, dopo quella dello scorso 12 maggio (si veda http://www.consumietici.it/articolo.php?c=Editoriali&id=418),per approfondire la Carta di Roma ed i fenomeni ad essa connessi.

Un’iniziativa tenutasi a Palazzo Isimbardi a Milano e promossa da AceA Onlus e CoLomba – Cooperazione Lombardia, in collaborazione con Ordine dei Giornalisti della Lombardia

Sono intervenuti Gigi Donelli (Caporedattore Radio 24), Fabio Pizzul (Giornalista e consigliere regionale), la sottoscritta, Federica Petralli (Giornalista Pubblicista e Operatrice Centro Accoglienza Straordinaria), Lucia Zucchella  (Presidente Accesso Coop.soc.). Michele Papagna, direttore Consumietici.it, a coordinato ed introdotto i lavori con i saluti di Arianna Censi, Vicesindaco Città Metropolitana di Milano e di Gabriele Dossena, Presidente OdG della Lombardia.

Gigi Donelli ha riportato la sua lunga esperienza di giornalista nella redazione di Radio 24, ed ha fornito un panorama di quello che è il mondo dell’informazione rispetto al fenomeno migratorio ma anche le difficoltà e le scoperte derivate dalle dirette esperienze sul campo, nei Paesi in cui i percorsi migratori hanno inizio.

Fabio Pizzul ha rimarcato il ruolo delle Istituzioni che hanno la responsabilità di farsi carico di un fenomeno che non può essere più affrontato in ottica emergenziale, né tanto meno evitato con slogan politici, che sicuramente accrescono il consenso ma non permettono di individuare una soluzione per una corretta gestione di cui la cittadinanza sente sempre più l’urgenza. Il mondo dell’informazione allo stesso modo dovrebbe prodigarsi per  la diffusione di dati completi,  tratti da fonti sicure, andando oltre al pettegolezzo ed ai giudizi affrettati.

Gli effetti dell’informazione guidano il consenso dunque a maggior ragione il giornalista ha il dovere di fornire strumenti utili e non pregiudizievoli al fine di lasciare il cittadino libero di formarsi una propria opinione.

La sottoscritta, Federica Petralli, ha riportato la sua esperienza quotidiana all’interno di un Centro d’Accoglienza Straordinaria che al momento accoglie 19 donne richiedenti asilo, in un piccolo paese nella provincia di Cremona, gestito dalla Cooperativa Sociale Hope. Dopo aver ricordato la definizione di richiedente asilo riportata nella Carta di Roma (2009) è stato descritto il lavoro svolto con le ospiti, che va oltre alla cura dei bisogni primari di vitto e alloggio. Sono attivati dei percorsi di inclusione sociale quali il corso di alfabetizzazione, i lavori socialmente utili ed attività di formazione ed informazione facendo rete con altre realtà del territorio. Si sono dunque approfondite alcune tematiche quali la violenza sulle donne (molte ospiti hanno corso il rischio o sono attualmente vittime della tratta ai fini di sfruttamento sessuale), contraccezione e consenso, educazione all’affettività, igiene e cura di se. L’operatore di un C.A.S. funge da mediatore di tutte le parti coinvolte: il cittadino che vuole sicurezza, la Prefettura che ha necessità di collocamento, le ospiti con le loro problematiche  ed il Sindaco, istituzione locale, che spesso viene sovraccaricata di responsabilità nella gestione concreta del fenomeno (come già ricordato da Fabio Pizzul).

Dal 2011 gli ingressi di richiedenti asilo sono in aumento quindi viene rimarcata la necessità  di una programmazione, che va oltre l’approccio emergenziale, implementando, promuovendo e condividendo buone prassi. Altro punto rilevante dare la necessità di pretendere maggiore professionalità e titoli per chi si occupa di richiedenti asilo, utenza multiproblematica, che non può essere guidata e talvolta ri-socializzata da chi fa semplicemente sorveglianza. Dal punto di vista del mondo dell’informazione si richiede particolare cautela nel pubblicare foto e nomi dei richiedenti asilo in quanto molto spesso a rischio di ripercussioni da parte delle organizzazioni criminali anche qui in Italia.

Lucia Zucchella riporta infine la sua esperienza come Presidente della Cooperativa Sociale Accesso, che promuove l’integrazione sociale dei cittadini e delle cittadine, con particolare riferimento alle fasce più deboli della società, alle donne, agli immigrati, ai minori, ai rifugiati e ad altre fasce a rischio di esclusione. Viene quindi riportata un’esperienza quotidiana, diversa da un servizio residenziale, rimarcando i problemi, spesso poco rintracciabili sui mass media, legati alle procedure burocratiche e  legali che affrontano i migranti. In aggiunta all’esperienza lavorativa Lucia Zucchella ha riportato alcuni esempi della sua sfera privata, in quanto diventata moglie di un ragazzo egiziano e mamma di una bambina italo-egiziana. Ciò ha consentito di chiarire alcune carenze della legislazione e della burocrazia vigente in modo semplice ma efficace.

La Carta di Roma è uno strumento fondamentale perché guida ad un’informazione corretta, completa, attenta a tutelare le fasce deboli, offrendo l’opportunità a chi ne fruisce di costruire in modo critico un’opinione personale, diventando altresì risorsa per un’individuazione funzionale dei problemi e permettendone la loro gestione.

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