I diritti delle popolazioni indigeni. Una questione che ci riguarda da vicino.
La Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni delle Nazioni Unite, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2007, stabilisce i diritti individuali e collettivi dei popoli indigeni, così come il loro diritti a cultura, identità, lingua, lavoro, sanità e istruzione. Essa proibisce discriminazioni contro popoli indigeni e promuove la loro piena partecipazione a tutte le questioni che li riguardano, a partire proprio dalla problematica della proprietà delle terre.
Nonostante la Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni vanti ormai 10 anni, le discriminazioni contro questa significativa parte della popolazione mondiale continuano. Difatti i popoli indigeni contano almeno 370 milioni di persone e vivono in più di 70 nazioni diverse e anche se la legge riconosce loro i diritti territoriali, questi non sono pienamente rispettati in nessun paese del mondo. Operazioni di landgrabbing, alienazione di beni primari, divieto di accesso ad intere aree del territorio ancestrale, sfratti, ricollocazioni e massacri sono quotidiani.
Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, è l’unica organizzazione a sostenerli in tutto il mondo. Survival è stata fondata nel 1969 da un gruppo di persone scandalizzate dal genocidio degli Indiani amazzonici pubblicato sul Sunday Times britannico. Le terre ancestrali indigene vantano una vasta biodiversità e proprio per questo sono state spesso preda degli interessi delle società più industrializzate alla ricerca di metalli preziosi, legname pregiato o per espandere coltivazioni intensive già presenti sul territorio. A queste campagne più “classiche”, Survival ha recentemente affiancato una nuova campagna che punta ad analizzare l’ideologia conservazionista e a fare luce sulle criticità della creazione di parchi in diverse zone del mondo.
Quest’ultima campagna ha attirato le critiche di gran parte del mondo ambientalista perché mette in luce un dilemma fra diritti diversi. Da una parte quelli attribuiti dall’uomo al mondo vegetale e animale, dall’altra quella dei diritti dei popoli indigeni al pieno godimento delle proprie terre e da un lato il diritto al bello, al verde e all’incontaminato proprio delle società industrializzate e dall’altro il diritto delle future generazioni di godere delle risorse naturali del nostro pianeta. Tutti questi livelli di tutela dei diritti si incontrano e scontrano inevitabilmente nelle terre ancestrali dei popoli indigeni, a cui a Survival riconosce il pieno diritto di godimento del proprio territorio identificandoli come “i migliori conservazionisti”.
Il riconoscimento dei diritti fondamentali di un popolo è un passo importante, ma porre in essere una reale e piena tutela è l’obiettivo da raggiungere il prima possibile. Survival International si batte da 1969 per far sì che ciò accada, promuovendo campagne che interessano le popolazioni indigene di tutto il mondo, dagli Yanomami della foresta amazzonica ai Baka del Camerun, dai Baiga dell’India ai Boscimani del Botswana.
Per ulteriori informazioni su Survival International, il movimento mondiale per i popoli indigeni, consulta il sito www.survival.it
*foto di copertina: Sebastião Salgado per Survival International; foto all’interno dell’articolo: www.survival.it