Se fate parte dei giovani under 30 è probabile che percepiate che la vostra opinione, il vostro pensiero critico e la vostra partecipazione politica, non abbiano un reale peso sulle dinamiche della vita e delle decisioni della vostra comunità di appartenenza. Se vi ritrovate in questa descrizione, non siete disillusi, siete realisti, e ora vi dimostriamo il perchè.
Il Comune di Milano, nel 2019(*), forse intuendo una problematica rispetto a questo sentimento condiviso di disinteresse della popolazione giovane verso le politiche e gli interventi presenti sul territorio cittadino, crea MiGeneration-Net, la rete di associazioni per le politiche giovanili di Milano. Lo scopo, come presente sul sito dedicato all’iniziativa, è quello di “coinvolgere i principali soggetti cittadini che aggregano giovani e che rivolgono loro progetti e iniziative, per meglio rispondere ai bisogni della popolazione giovanile della città”, e viene inoltre sottolineato che “il network nasce per favorire la partecipazione attiva e concreta di ragazze e ragazzi alla definizione delle politiche che li riguardano e per confrontarsi su temi specifici, anche ai fini della stesura del ‘Piano Operativo Giovani’, dedicato alla fascia d’età tra i 12 e i 35 anni”. Alla rete possono aderire associazioni, organismi di rappresentanza studentesca e più in generale coloro che creano situazioni di aggregazione e progettualità rivolte ai giovani, con l’unico limite di operare principalmente all’interno della città di Milano.
In via teorica, MiGeneration-Net si presenta come la soluzione perfetta in risposta alla scarsa patecipazione alla vita comunitaria da parte di quei ragazzi che, per sfiducia o disinteresse nelle istituzioni, non si attivano nella creazione di un progetto e una visione ampia che abbia come fine la costruzione di un bene comune. Come ogni novità che si rispetti, però, qualche falla nel sistema c’è e non è trascurabile.
All’ultima riunione plenaria del network, in data 7 giugno 2022, hanno partecipato anche 3 volontari del Servizio Civile Universale in rappresentanza dell’associazione Acea Odv e dei suoi partner. L’incontro, il cui focus era la pianificazione di un evento di riapertura per la rete MiGeneration, verteva principalmente su tre domande, come raccontato dai ragazzi: 1. A chi si rivolge la rete? 2. Quali progettualità propone? 3. Quali attività nel concreto devono essere sviluppate?
L’obiettivo da raggiungere risulta chiaro, in linea con le premesse, e, sulla carta, l’integrazione territoriale giovanile sembra un lavoro fattibile, ma all’incontro solo 4 partecipanti erano effettivamente under 30: il resto della riunione è stato condotto principalmente da figure e soggetti “fuori target“. Tale dato è preoccupante non solo perchè non in linea con quanto dichiarato dagli intenti del progetto, ma principalmente perchè, anche in sede di confronto, ha portato in luce delle dinamiche che ostacolano, in parte, gli obiettivi della rete.
I civilisti, infatti, raccontano cosí la loro esperienza: “anche solo capire a chi rivolgerci (per le attività di progetto ndr.) è stato un processo lungo, tanto che non si è arrivati a una conclusione definitiva, ma con tutti si è iniziato a mettere sul piatto qualche tassello”. Salta subito all’occhio la difficoltà d’intercettazione delle fasce più giovani, non sapendo bene a quale target di età rivolgersi nello specifico e tramite quali modalità, nonostante, come esplicitato dai ragazzi, la nuova proposta discussa “a grandi linee tratta di scambi di rete internazionali tra giovani ed enti”. Infine i ragazzi raccontano che hanno trovato l’incontro molto interessante per i temi trattati e discussi e per la possibilità di confrontarsi con persone adulte piene di esperienza nel settore delle politiche giovanili, ma che riuscire a comunicare con questi ultimi non è stato semplice.
“È stato abbastanza difficile riuscire a parlare perché anche un po’ intimoriti dal fatto che solo noi tre, più una, eravamo sotto i 30 anni. Non che fosse un problema parlare con persone più grandi, ma non poterci confrontare con coetanei, ci ha reso difficoltoso esprimere la nostra opinione”.
Dalle testimonianze dirette, e dal report di fine incontro stilato dai civilisti, risulta evidente la criticità primaria di MiGeneration-Net: all’interno di un network dedicato alla partecipazione giovanile sono proprio i giovani a mancare. Manca una dimensione di intercettazione preventiva giovanile, che porti i ragazzi ad essere in primis partecipanti della rete e di conseguenza target della stessa, che stimoli il confronto diretto con loro e che li coinvolga direttamente nelle decisioni progettuali. Il rischio di creare un network per ragazzi che ne sia internamente sprovvisto, infatti, può portare ad un unico risultato: sommarsi alle innumerevoli istituzioni che escludono i giovani dalla vita comunitaria, portandoli ad avere un inevitabile disintiresse verso la stessa.
Cari under 30, non siete svogliati, semplicemente nessuno vi ha ancora passato un megafono.
*le prime attività della rete associativa risalgono, in realtà, al 2015, ma gli incontri allo scopo di favorire la partecipazione attiva giovanile, iniziano in via effettiva da febbraio 2019 presso Fabbrica del Vapore.
Chiara Saibene Falsirollo