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Cosa aspettarsi dal futuro green della città

Con una crisi mondiale dovuta alla pandemia da Covid-19, si è finalmente acuita la percezione collettiva dell’urgenza di un rinnovamento culturale. Non ci si riferisce solo alle nuove modalità con cui si tornerà a essere animali sociali, bensì anche a come si abiterà il pianeta e utilizzeranno le sue risorse.

Con un European Green Deal presentato a fine 2019 che prospetta il 2050 come anno in cui l’intera Europa avrà raggiunto la neutralità climatica, gli iniziali piani italiani per l’adesione a questo accordo sono stati recentemente presentati all’Inviato Speciale per il Clima John Kerry dal neo Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Il periodo di tempo menzionato include i prossimi cinque anni, durante i quali, come sezione fondamentale di un più generale Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa finanziato grazie al Recovery Fund, saranno 80 i miliardi stanziati per progetti verdi finalizzati alla decarbonizzazione. E potrebbe ammontare al 60% di quelle attuali la quota di emissioni eliminate entro il 2030. Secondo uno studio di fine 2020 del CESISP dell’Università Bicocca, Milano è la città con l’economia più “circolare” d’Italia, ovvero il luogo in cui è attuato il maggior numero di politiche eco-sostenibili per il riutilizzo delle risorse e la limitazione degli sprechi. Di fatti, solo nel 2021 nel capoluogo meneghino è stato dato il via a diverse iniziative green e si lavora per completarne altre avviate precedentemente. Per citarne un esempio, in città sono attivi quattro cantieri nei quali è adottato il metodo Coren di progettazione partecipata, nell’ambito di una politica di riqualificazione del patrimonio edilizio italiano. Esso è infatti energivoro e responsabile del 40% dei consumi energetici nazionali; la preziosa opportunità di rinnovarlo ci viene dal Superbonus 110%, piano di incentivazione dell’efficienza energetica confermato dalla legge di bilancio del 2021. Il metodo Coren di riqualificazione condominiale risulta innovativo poiché basato su un principio di condivisione e coinvolgimento di coloro che abitano uno stabile e dei suoi amministratori.    

Allo stesso tempo, non si può dimenticare che il problema di Milano con l’inquinamento atmosferico è ancora tra i più attuali, le sue cause primarie da individuarsi nel riscaldamento domestico, nel traffico di veicoli e nelle attività industriali. Mentre, come abbiamo visto, vi sono sperimentazioni in grado di arginare il fattore riscaldamento, poco viene pianificato contro le automobili. Ad esempio, è stato reso pubblico il prospetto definitivo per la futura stazione capolinea M4 di San Cristoforo, vicino alla quale (nel cuore del Parco agricolo Sud) è prevista la costruzione di un grande parcheggio di interscambio. Nonostante sia stato precisato che lo stesso sarà interrato per garantire la fruizione di un’area verde sovrastante, risulta chiaro come invece tra parcheggio e Parco Sud sarà completata la Gronda Sud, una super strada a corsie multiple che di fatto impedisce una circolazione agevole con mezzi alternativi all’auto. Secondo un illuminante studio del Politecnico di Milano per l’anno accademico 2020/2021 condotto da un’equipe di laureati in architettura nell’ambito di un Laboratorio di Strutture e Infrastrutture nel Paesaggio, il prospetto per la suddetta stazione metro avrebbe potuto essere molto diverso. Al centro della visione del team consigliato, fra gli altri, dalla docente Maria Grazia Folli, si posiziona un mercato inteso come spazio espositivo-gastronomico, che connetta il Parco Sud e Ronchetto (fin ora separati dal Naviglio) e rivisiti l’affascinante identità rurale della zona. A condurre materialmente al mercato una passerella ciclopedonale, espressione della possibilità di spostarsi in bicicletta per lavoro e non solo per diletto.

Da questo e altri studi si evince che riporre le speranze nel bisogno di coniugare passato agricolo di alcune zone di Milano e necessità di creare viabilità per una metropoli in espansione potrebbe essere un’ulteriore chiave di volta nel futuro green della città.  

Mario Daddabbo

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