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La pandemia è entrata a gamba tesa nelle vite di ciascuna persona, in tutto il mondo. Accanto allo sconvolgimento del quotidiano che ne è derivato, ha avuto l’unico pregio di aprire una finestra su molte problematiche sociali ed individuali, consentendo di risvegliare un senso critico a lungo assopito. Ha permesso per molti versi un’accelerazione nel riconoscimento delle problematiche legate alla sanità, al lavoro in generale, alle basi stesse delle società moderne e fatto emergere prepotentemente problematiche che risultano essere molto più presenti ed urgenti di quanto si pensasse.

Tra l’esigenza di trovare nuovi equilibri, data ad esempio dall’esplosione del telelavoro in Italia e dello smart-working che ha permesso di rendersi conto di quanto il rapporto tra lavoro e vita privata potesse essere sbilanciato, è emersa una maggiore attenzione anche nei riguardi della salute psicologica dei cittadini. Durante la pandemia infatti, sono nati diversi progetti di supporto psicologico, rivolti a tutte le fasce d’età e con un particolare riguardo ai più giovani, di cui emergeva uno spaccato preoccupante aggravato dalla situazione pandemica.

È così che la Campania con la legge regionale 35 del 3 agosto 2020, proponeva l’istituzione del servizio di psicologia di base presso i distretti Asl, in affiancamento al medico di base e al pediatra. Una risposta concreta che riconosce i crescenti bisogni emersi durante l’emergenza da Covid-19. Tuttavia, a fronte di questa proposta, la presidenza del Consiglio dei Ministri aveva fatto ricorso definendola incostituzionale in quanto di competenza dello Stato. Il 15 dicembre la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso, dando così il via libera all’introduzione della figura dello psicologo di base nella regione Campania.

“È una sentenza storica, frutto di un intenso lavoro svolto in sinergia tra Regione Campania e Ordine Psicologi Campania a tutela della salute psicologica dei cittadini e che restituisce, al tempo stesso, un valore enorme alla professionalità di migliaia di psicologhe e psicologi che operano su tutto il territorio regionale e non solo”. Questo il commento del presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania, Armando Cozzuto.

Una sentenza storica che non dovrebbe essere limitata regionalmente, ma andrebbe invece introdotta ed ampliata su scala nazionale anche per abbattere lo stigma sociale che da sempre avvolge i disturbi psicologici e chi ne è affetto, minacciando così lo stesso percorso terapeutico.

Sono già stati stanziati 600mila euro da parte della regione Campania per consentire l’avvio del progetto. Nel testo di legge vengono riportati gli obiettivi cui si spera di rispondere efficacemente: “intercettare e diminuire il peso crescente dei disturbi psicologici della popolazione, costituendo un filtro sia per i livelli secondari di cure che per il pronto soccorso;
intercettare i bisogni di benessere psicologici che spesso rimangono inespressi dalla popolazione;
organizzare e gestire l’assistenza psicologica decentrata rispetto ad alcuni tipi di cura;
realizzare una buona integrazione con i servizi specialistici di ambito psicologico e della salute mentale di secondo livello e con i servizi sanitari più generali;
intercettare e gestire le problematiche comportamentali ed emotive derivate dalla pandemia Covid 19”.

Il progetto è dunque quello di “innalzare qualitativamente i servizi di assistenza sanitaria della Campania”, ha dichiarato il Presidente Vincenzo De Luca. La speranza e l’augurio è quello di vedere il progetto supportato, ampliato e diffuso.

Alice Cubeddu

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