Da Milano a Kherson, la settimana di pasqua si è caratterizzata da una missione umanitaria di consegna di beni di prima necessità per l’associazione Brigate Volontarie per l’Emergenza che sin dallo scoppio della guerra in Ucraina non ha mai smesso di promuovere attività di solidarietà diretta tra Milano e le zone più colpite dal conflitto.
Una missione umanitaria che l’associazione italiana ha svolto in collaborazione con la realtà locale di Solidarity Collectives, una realtà auto-organizzata da giovani locali che, con sede centrale a Kyiv, promuove azioni di consegna di beni umanitari nei territori maggiormente esposti al conflitto.

Famiglia seduta sulle maceria della propria casa nel villaggio di Myrne


Nella prima settimana di aprile, dunque, la missione che ha visto la collaborazione delle Brigate e di Solidarity Collective, ha visto 9 giovani volontari (3 italiani e 6 ucraini) raggiungere la zona tra Mykolaiv e Kherson, nell’area sud-est del paese. Nel novembre del 2022 l’esercito russo aveva preso possesso dell’Oblast di Kherson giungendo al valico della città di Mykolaiv senza però riuscire a prendere il controllo della città. La controffensiva ucraina, giunta dopo il referendum contestato con cui Putin annetteva l’Oblast di Kherson alla Federazione Russa, ha nel mese di novembre liberato i territori tra Mykolaiv e Kherson e costretto l’esercito russo sulla sponda orientale del fiume Dnipro. E’ proprio il fiume Dnipro a rappresentare una pedina cruciale nella guerra tattica tra i due eserciti: il controllo della foce del fiume sul Mar Nero permette di controllare le acque che attraversano l’Ucraina fino alla sua capitale. La situazione attuale, nella zona sud-orientale del paese che dista poco più di 100km dalla Crimea, si trova dunque in una situazione di quasi stallo militare. I due eserciti, situati sulle due sponde opposte del fiume Dnipro, si rispondono a colpi di mortai e artiglieria, mentre la vita nei villaggi tra Kherson e Mykolaiv tenta di ricominciare.
L’occupazione russa della zona, la strenua difesa ucraina e successivamente la controffensiva, non hanno risparmiato nulla delle zone abitate tra il centro di Mykolaiv e la città di Kherson, un’area di quasi 5.000 km2 che dalle sponde del Golfo di Dnipro sale verso nord fino all’altezza della città di Nikopol.

La primavera sboccia a Luch


L’impegno delle Brigate nella missione di solidarietà ha riguardato la consegna di materiali utili alla ricostruzione delle case distrutte nei villaggi di Luch, Posad-Pokrovs’ke, Myrne, Partyzans’ke e Pervomais’ke dove i primi sparuti gruppi familiari hanno tentato di tornare a vivere ora che la situazione è meno pericolosa seppur il boato delle esplosioni è ancora udibile in lontananza. Dunque trapani a batterie ricaricabili, ma anche attrezzi di vario genere nonché medicinali, disinfettanti, tute da ospedale e un defibrillatore consegnato all’ospedale della città di Kherson.

Un piccolo contributo, quello portato dalla giovane associazione di Milano, ma con un impatto diretto sulla popolazione locale nelle settimane che anticipano la Pasqua ortodossa e che, in tema di resurrezione, trovano terreno fertile e appropriato. “Qui si risorge quotidianamente in ogni mattone posato nuovamente sulle macerie” si legge in una nota dell’associazione che nel frattempo è tornata in Italia e si prepara ad organizzare il prossimo intervento.

Milano, 13/04/2023
Gian Marco Duina

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2 thoughts on “Resurrezione quotidiana. La solidarietà dal basso torna in Ucraina.”

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