Il 26 novembre si scende in piazza a Roma per dire no al femminicidio, sì al diritto alla vita.

Venerdì 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Per questo sabato 26 novembre si terrà a Roma una manifestazione nazionale per far sentire la voce delle donne e di tutti coloro che vogliono stop al femminicidio, alla violenza e alla poca iniziativa istituzionale per risolvere il problema.

Una donna su tre in Italia è vittima di violenze. Non si tratta di un problema isolato e privato, è una questione che riguarda tutto il mondo. La data del 25 novembre viene istituzionalizzata nel 1999 come Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, anno in cui l’assemblea generale delle Nazioni Unite ufficializza una data scelta durante l’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi del 1981. La giornata fu pensata in memoria delle tre sorelle Mirabal, che nel 1960 furono assassinate per aver combattuto il regime dittatoriale di Trujillo in Repubblica Domenicana.

Da allora, nulla è cambiato. Oggi le notizie di violenza sulle donne riempiono le pagine dei quotidiani e sono ancora di più i casi taciuti. Un fenomeno che pur essendo a lungo discusso non ha ancora trovato una soluzione reale. Per questo occorre continuare a parlarne, per non dimenticare chi ha subito una violenza che sia stata fisica, verbale, psicologica o letale. Far finta che non sia accaduto, negare l’evidenza dei fatti o minimizzarli, equivale a sostenere la violenza stessa e il mancato riconoscimento di questa in quanto atto di illegalità contro l’umanità.

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Il diritto alla vita è uno dei fondamenti costituzionali ma è in primis un diritto al quale nessuno di noi è disposto a rinunciare. Questo dovrebbe bastare a rifiutare ogni azione che non rispetti la persona e il suo diritto di esistere. In questa occasione, il movimento Non una di meno, nato in Argentina ma presente anche sul territorio italiano, sostenuto dai collettivi Donne in rete contro la violenzaIo decido e Unione donne in Italia, ha organizzato il corteo che partirà sabato alle ore 14 da piazza Esedra (Roma) e una serie di incontri che si terranno domenica 27.

Si scende in piazza per protestare contro l’inefficacia dei provvedimenti istituzionali contro il femminicidio, per rinnovare la memoria delle vittime, per denunciare le continue ingiustizie sul luogo di lavoro e la disuguaglianza deisalari. Si vuole rinnovare il messaggio di chi dice no alla violenza sulle donne ma si vuole anche chiedere la revisione del piano antiviolenza adottato dal governo italiano nel 2015.

Un giorno di memoria per non dimenticare il passato, per continuare a vivere il presente per creare un futuro diverso, migliore si spera.

Giulia Menegardo

 

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