L’attenzione per le condizioni delle popolazioni native nell’opinione pubblica italiana ha in questo momento l’opportunità di esprimersi su una situazione specifica in corso. In data 30 gennaio 2020 il Consiglio indigenista Missionario/CIMI informava: “Società immobiliare avanza su un’area tradizionale Guarani Mbya nella Terra Indigena/TI Jaraguá e abbatte 4000 alberi”. Si tratta di una comunità indigena urbana di circa 600 persone nella zona ovest di San Paolo che, in base alla Costituzione del 1988, conservano i diritti  sulle terre ancestrali. La società immobiliare Tenda vuole costruire un blocco di torri nelle vicinanze dell’aldeia devastando aree ancora coperte di foresta ombrofila densa del bioma Mata Atlantica. Al momento la comunità Guarani Mbya ha compiuto i riti funebri in omaggio agli alberi distrutti  e occupa la zona destinata alle costruzioni con l’iniziativa denominata Foresta del Cedro. La convenzione 169 dell’Organizzazione internazionale del lavoro/OIL stabilisce che non possono esservi costruzioni ad una distanza inferiore a 15 km da una comunità indigena senza previa consultazione, consultazione che non è avvenuta. Anche precedenti accordi con l’ amministrazione comunale non vengono rispettati. Una discreta mobilitazione di cittadini e istituzioni al momento si impegna per evitare questa inutile violenza verso un piccolo gruppo che rappresenta un lascito e una ricchezza culturali insostituibili. La vasta copertura urbana di San Paolo (12 milioni di abitanti nel comune e 20 nell’area metropolitiana)  è piena di zone degradate e abbandonate che possono essere riqualificate con interventi edilizi, senza distruggere rari scampoli ambientali e senza violentare ancor più rari insediamenti  conservatisi da tempi lontani.

In questo caso penso che non sarebbe disutile che le associazioni e i cittadini che cercano di operare per un minimo di rispetto ambientale e culturale, dopo essersi informati, mandassero un messaggio di condivisione alla comunità Guarani Mbya e anche ad consigliere comunale Eduardo Suplicy che, insieme a magistrati e associazioni, accompagna questa mobilitazione. Da  un lato l’obiettivo è bloccare l’attività edilizia e dall’altro incalzare l’amministrazione comunale a promuovere una politica territoriale non devastatrice. Si tratta di una realtà specifica, limitata, in luoghi accessibili. E aggiungo che fra i capitali presenti nell’immobiliare Tenda, oltre a fondi finanziari di vario tipo, vi sono anche quelli della Anveb, la multinazionale delle bevande del brasiliano Jorge Paulo Lemann, il 42° uomo più ricco del mondo. Fra i marchi di Ambev vi sono le birre Beck’s, Budweiser, Corona, Löwenbräu, Skol, Stella Artois che campeggiano felici sugli scaffali dei nostri supermercati. Così lontano, così vicino…

Teresa Isenburg

San Paolo, 9 febbraio 2020

eduardo.suplicy@saopaulo.sp.leg.br

link:

https://trabalhoindigenista.org.br/por-que-o-empreendimento-proximo-da-terra-indigena-jaragua-deve-ser-suspenso/

https://g1.globo.com/sp/sao-paulo/noticia/2020/02/04/prefeitura-embarga-obra-de-condominio-ocupada-por-indios-no-jaragua-zona-norte-de-sp.ghtml

https://www.facebook.com/652511198211957/posts/2572346402895084/

https://www.facebook.com/652511198211957/posts/2571474946315563/

Gepostet von Tenonderã Ayvu am Freitag, 31. Januar 2020

(foto di copertina di Richard Wera Mirim)
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