Incontro formativo per i volontari dell’associazione Hope for Children

 

Sabato 11 marzo Acea Onlus  ha ospitato presso Isola Store in via Confalonieri a Milano la sesta giornata di formazione dell’associazione Speranza-Hope for Children Onlus, a seguito di altri appuntamenti che si sono tenuti in tutta la penisola.

Da una forte esigenza di professionalità e di un modello organizzativo avanzato anche nell’ambito del volontariato, per agire con la maggior efficacia ed efficienza possibile, ha origine un percorso di formazione che offra la possibilità di confrontarsi e prepararsi al meglio alle esperienze sul campo; uno dei propositi dell’associazione per il futuro prossimo è la creazione di sessioni formative di due giorni per una maggiore conoscenza reciproca e assimilazione di contenuti e competenze.

Speranza – Hope for Children è una onlus creata nel 2014 da Gaetano Turrini, consulente d’impresa, e Feras Garabawy, studente di medicina, con l’obiettivo di supportare i profughi siriani nel paese d’origine ma anche in Serbia, Grecia, Turchia; un ulteriore settore di attività di Hope è l’assistenza ai terremotati in Italia. La culla della neo associazione va individuata nell’humus trentino, realtà positiva dal punto di vista del sociale e dell’associazionismo, grazie alla sensibilità sia delle istituzioni (lo 0,25% del bilancio regionale è investito a favore della cooperazione internazionale, e uno degli ultimi progetti della giunta provinciale di Trento è stato lo stanziamento di 1 milione di euro per l’aiuto ai profughi direttamente nei loro paesi d’origine) che degli individui (una persona su sei in Trentino Alto-Adige svolge attività di volontariato); ed è proprio insieme a un gruppo pre-esistente di volontari trentini che l’iniziativa ha preso vita.

La situazione umanitaria dei profughi in Siria, esposta da Feras Garabawy in una prima fase dell’incontro insieme al racconto delle forti esperienze personali sul campo, è tanto difficile che non è più possibile a Speranza accedere al territorio siriano, dopo aver effettuato agli inizi dell’attività alcuni interventi di estensione contenuta, ma rapidi ed efficaci, soprattutto nella distribuzione di generi alimentari e beni di prima necessità e nell’ambito dell’istruzione. La guerra, la povertà estrema e la crisi sanitaria hanno infatti messo in ginocchio quello che in precedenza era uno dei paesi culturalmente più avanzati dell’area mediorientale, con il 25% di laureati sul totale della popolazione, dovuto anche alla gratuità degli studi universitari. In Turchia l’accoglienza i profughi è stata drasticamente ridotta con l’incremento dei flussi fino alla soglia dei tre milioni che ha portato alla chiusura delle frontiere. Anche in questo contesto le azioni di Hope-Speranza sono diversificate, in quanto spaziano dal sostegno economico alle famiglie in difficoltà agli interventi diretti nei campi, quali l’assistenza sanitaria; presso il campo di Bab al Salam, sul confine turco-siriano, l’unico ambulatorio è gestito proprio anche grazie alle forze di Speranza.

A cura invece di Gaetano Turrini un secondo momento di riflessione e approfondimento, in cui è stata declinata l’evoluzione dei flussi che attraversano i Balcani, dalle prime fasi di migrazione spontanea, attraverso il picco di utilizzo della rotta balcanica del novembre 2015 e la chiusura delle frontiere di molti stati europei nella primavera 2016, fino agli attuali spostamenti di piccoli gruppi. Sulla precarietà della situazione e sulle dinamiche di confine fioriscono i traffici di migranti e le speculazioni economiche, e la radicalizzazione del conflitto culturale, politico, sociale ha creato un clima di tensione costante. In Turchia vengono inviati da Speranza solo volontari estremamente preparati e con esperienza.

Un ruolo fondamentale nell’ambito della formazione è stato svolto anche dai volontari già inseriti nel circuito di Hope, con le proprie testimonianze del lavoro sul campo. È stata preziosa la presenza di due volontari che hanno preso parte all’ultima missione in Serbia, e inoltre un collegamento via skype ha permesso di entrare in contatto con alcuni volontari attivi in Libano e Grecia.

Per ulteriori informazioni potete consultare la pagina facebook Speranza – Hope for Children Onlus

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