Che cosa fa in modo che ci impegniamo per noi stessi, per l’ambiente che ci circonda, per le altre persone? Non le persone che fanno già parte della nostra famiglia o della sfera più vicina: sconosciuti, gente che non incontreremo mai più o il cui benessere non avrà alcuna influenza sulla nostra vita. 

In realtà, se si crede che tutto nell’universo sia collegato, il miglioramento finirà per toccarci comunque: ciò basta a spingere molti a comportarsi in modo etico e anche a consolarsi quando è richiesto un sacrificio. 

In ogni caso, a seconda di chi o la causa che aiutiamo ci è vicina, riceveremo anche noi un cambiamento con un grado di intensità diverso. Spieghiamo meglio. Se decido un giorno di fare qualcosa di buono per il mio partner, come ad esempio provare ad interessarmi di una cosa che a me non fa impazzire ma all’altro sì, la piccola gioia che l’altro ne riceverà confluirà in una situazione migliore di cui in seguito potrò godere anche io; in parallelo, se una volta decido di fare qualcosa di buono per l’ambiente, per esempio dividere il sacco dei rifiuti nella differenziata, contribuendo così ad un ambiente più pulito ed organizzato, sto così migliorando la situazione planetaria, di cui faccio parte e perciò mi influenza, certamente in un modo più sottile e più avanti nel tempo. Queste due differenze rendono l’azione etica e sostenibile più complessa da comprendere e rendono costi e fastidi derivanti difficili da fare, con una patina di noia che non ci rende nemmeno propensi ad approfondire l’argomento, che ci potrebbe dare qualche motivazione in più ad agire. Comunemente, è a questo secondo tipo di azioni che si associa il valore morale degno di lode: è maggiore quanto più l’influenza che ricevo dalla mia azione è indiretta, ritardata. L’azione etica diventa impersonale, spostata sempre più da un singolo individuo ad un intero sistema o alla collettività. 

E’ qui che l’idealismo può fare male, suscitare diverbi, anche tra persone mosse dalle stesse buone intenzioni. Quanto più il destinatario della mia azione diventa astratto, allora diventa puro, allora quanto più mi sento in diritto di sentirmi sicuro della validità e moralità delle mie azioni, rendendole solide e sacrosante, una sicurezza che non sono disposto a perdere. Il grado di astrazione diventa la mia guida, un criterio da seguire per essere sicuri di efficacia e non-ipocrisia. Ma ecco che scaturisce la spaccatura con altre persone, che sono propensi alle stesse azioni, ma ragionano in modo diverso. L’astrazione li confonde e anzi appare fuorviante: se non c’è un destinatario vero e proprio, in carne ed ossa, l’azione è inutile, fine a se stessa, anzi il modo più probabile perché ogni buon effetto venga perso e lo sforzo fatto vano. Così, questo tipo di persone preferiscono dei destinatari specifici e delle azioni concrete. Il miglioramento sarà di impatto più piccolo e l’area che posso influenzare più vicina e limitata, ma perché di fatto è l’unica possibile. 

Tra i due tipi di agenti etici, di cittadini, di consum-attori, sorge spesso incomprensione e distacco. Entrambi hanno obiettivi etici e di miglioramento, entrambi possono compiere nei fatti azioni molto simili. Gli ideali di fondo coincidono ma si esprimono in modo diverso ed è nel confronto verbale, nella discussione che può emergere il conflitto. Spesso col risultato di far perdere punti alla causa finale.

La vera differenza non sta tanto nella diversità di ideali o che uno dei due sia più intelligente o abbia ragione più dell’altro. Ci sono due personalità diverse, con una visione del mondo diversa. In alternativa, la visione del mondo si esprime con un linguaggio diverso, che codifica la realtà in termini differenti, dall’intuitivo, concreto, emotivo al logico, razionale, distaccato.

Di base, ciò che muove le nostre azioni nella realtà, che ci fa decidere come spenderemo il tempo nella nostra giornata da quando ci svegliamo, è basato sulla visione del mondo che abbiamo. 

Con visione del mondo, intendo come crediamo che funzioni il mondo: quali azioni sono davvero utili. Per capire quali, valutiamo come reagiranno gli altri. Ma in realtà, non è un dato certo prevedere gli altri nei loro comportamenti o i loro pensieri: è più che altro la nostra aspettativa, i nostri preconcetti. Perciò fa parte della visione del mondo l’opinione che abbiamo delle altre persone. Se crediamo che in fondo le persone siano gentili e fanno il meglio che possono, al contrario se crediamo che le persone siano tutte meschine ed ognuno agisca per proprio vantaggio, useremo dei criteri differenti per guidare che tipo di comportamento avremo noi.

Per questo, se vogliamo capire e cambiare la nostra vita, se vogliamo capire cosa muove il gesto etico o non-etico di una persona, ha senso interrogarsi su che tipo di visione del mondo si ha – nonostante ciò sembri un aspetto astratto, vago, troppo generale, quindi non rilevante, fuori argomento.

Ci sono modi diversi per far emergere e conoscere la visione del mondo di una persona. Nel dialogo e nel confronto con altri, spesso vengono fuori facilmente i punti della propria personalità. Altre forme possono risultare profonde e stimolanti, o rendere le cose più facili da capire, come la guida di uno specialista, psicologo o counselor.

Vale la pena di indagare questi punti sottostanti la nostra personalità, perché ci influenzano più di quello che pensiamo e finiscono per influenzare l’intero sistema di cui facciamo parte.

Nel libro “Raccontarsela” di Alessandra Cosso, si rende chiaro come sia la posizione esistenziale a determinare come ci comporteremo. La posizione esistenziale comprende l’opinione di me e quella sugli altri: entrambe contano perché mi portano a definire cosa ci faccio qui, dove sto andando, chi sono queste altre persone che mi circondano. 

In linea di massima si generano quattro possibilità, secondo questo schema:

LA VITA E’ BELLA
Io valgo
Il mondo è un bel posto dove vivere
LA VITA E’ DOLOROSA
Io non valgo
Gli altri invece sì
LA VITA E’ GUERRA
Io valgo
Gli altri mi sono ostili, non lo riconoscono
LA VITA E’ SENZA SENSO
Io non valgo
Il mondo è un posto orribile

Le nostre azioni dipendono dalla visione del mondo che abbiamo. Non possiamo aspettarci azioni brillanti ed audaci da chi ha già una visione del mondo compromessa. Inoltre, è per questo che spesso chi si sente più pessimista ed amareggiato, che perciò avrebbe in teoria più motivazione per lottare e portare un miglioramento, finisce solo per smarrirsi in questi sentimenti ed è incapace di agire (tutt’al più lamentarsi).

Il consum-attore etico, il cittadino che compie una buona azione, possiede una quantità minima di energia, la cui motivazione ha origine da credenze più profonde e generali.

Gemma Domenella

Milano, 12 maggio 2023

Se volete approfondire di più questi argomenti, vi invitiamo alla discussione che avrà luogo durante l’evento gratuito di presentazione del libro “Essere counselor” di Alessandra Caporale, in cui tra gli ospiti sarà presente la stessa Alessandra Cosso

L’incontro, organizzato da Acea Odv in collaborazione con Edizioni FrancoAngeli e Assocounseling, si terrà sabato 20 maggio 2023 dalle 10,45 a Milano, alla Fabbrica del Vapore, Via Procaccini 4,nello spazio SPINOFF di TheArtLand Aps.

L’ingresso è gratuito ma è necessario prenotarsi presso Eventbrite, fino a esaurimento dei 70 posti disponibili.

Questo il link: https://shorturl.at/dqIT2

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