Inaugurata l’11 Aprile e prevista fino al 19 agosto 2018, la mostra su Giovanni Antonio Canal, detto il “Canaletto” è stata prorogata fino al 23 settembre 2018.
La mostra, visibile al Museo di Roma, intende celebrare il 250° anniversario della morte del pittore veneziano presentando il più grande nucleo di opere di sua mano mai esposto in Italia: 42 dipinti, inclusi alcuni celebri capolavori, 9 disegni e 16 libri e documenti d’archivio.
Canaletto è uno dei più noti artisti del Settecento europeo. Con il suo genio
pittorico ha rivoluzionato il genere della veduta ‒ ritenuto fino ad allora
secondario ‒ mettendolo alla pari con la pittura di storia e di figura, anzi,
innalzandolo a emblema degli ideali scientifici e artistici dell’Illuminismo.
Dalla giovinezza tra Venezia e Roma come uomo di teatro e impetuoso pittore di rovine romane, al suo ritorno da Roma come stella nascente sulla scena delle vedute veneziane. Prosegue poi arrivando al successo internazionale, con le commissioni degli ambasciatori stranieri per le ampie tele che rappresentano le feste della Serenissima in loro onore. Per loro le luminose vedute di Venezia, così ricche di dettagli architettonici e di vita quotidiana,
rappresentano i più incantevoli souvenir del viaggio. Non mancano, però,
imprevisti e sfortune: a Londra deve pubblicare annunci sulla stampa per
rispondere ad alcune voci denigratorie e, tornato a Venezia, viene eletto
accademico delle Belle Arti con difficoltà. Infine, come accade a molti geni, la
morte lo coglie in povertà.


Le opere in mostra provengono da alcuni tra i più importanti musei del
mondo, tra cui il Museo Pushkin di Mosca, il Jacquemart-André di Parigi, il
Museo delle Belle Arti di Budapest, la National Gallery di Londra e il
Kunsthistorisches Museum di Vienna. Presenti anche alcune opere
conservate nelle collezioni britanniche per le quali sono state appositamente
create e altre provenienti dai musei statunitensi di Boston, Kansas City e
Cincinnati. Tra le istituzioni museali italiane presenti in mostra con le loro
opere: il Castello Sforzesco di Milano; i Musei Reali di Torino; la Fondazione
Giorgio Cini. Istituto per il Teatro e il Melodramma e le Gallerie
dell’Accademia di Venezia; la Galleria Borghese e le Gallerie Nazionali d’arte
Antica Palazzo Barberini di Roma.


Tra i capolavori in mostra, oltre al già menzionato dipinto del Museo
Pushkin, spiccano due opere della Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli di
Torino: Il Canal Grande da nord, verso il ponte di Rialto, e Il Canal Grande
con Santa Maria della Carità, esposti per la prima volta assieme al manoscritto della Biblioteca Statale di Lucca che ne illustra le circostanze
della commissione e della realizzazione.
Una sala ricca di prestiti eccezionali – dal museo di Cincinnati e da collezioni
private – è dedicata alle vedute di Roma che Canaletto realizza negli anni
della maturità, sulla base dei propri disegni o delle stampe di Desgodets,
Falda, Specchi e Du Pérac, alcune delle quali sono raccolte negli album
provenienti dal Museo di Roma.


Tra i dipinti, alcuni dei quali esposti per la prima volta in Italia, vanno
menzionate le due parti di un’unica, ampia tela, raffigurante Chelsea da
Battersea Reach, tagliata prima del 1802 e riunita in questa mostra per la
prima volta. La parte sinistra proviene da Blickling Hall, National Trust,
Regno Unito, quella destra dal Museo Nacional De Bellas Artes de la
Habana, eccezionalmente concessa in prestito dal governo cubano.
Accanto ai dipinti sono esposti 9 disegni, dai piccoli studi preparatori ai
magnifici fogli di ampie dimensioni accuratamente rifiniti e destinati ai più
raffinati collezionisti o a essere incisi, come L’incoronazione del doge sulla
Scala dei Giganti, della serie delle Solennità dogali, concesso in prestito da
Jean-Luc Baroni Ltd. di Londra.
La scelta è intesa a illustrare la genesi delle creazioni dell’artista,
svelando il lavoro “dietro le quinte”, la sua capacità di catturare la realtà e
di trasformarla con la fantasia, facendo così dissolvere l’immagine
stereotipata di “Canaletto fotografo”. Viene presentata la sua intera parabola
come pittore e disegnatore per definirne le diverse fasi tecniche e
stilistiche: dalla maniera libera e drammatica delle prime opere – sulle
quali si è posto un accento particolare – alle immagini più affascinanti di
Venezia e a quelle eleganti del soggiorno di nove anni in Inghilterra, fino ai
tardi, sofisticati capricci. Altro tema ricorrente in mostra è l’indagine sul
collezionismo delle sue opere.
Il percorso, concepito come un vero e proprio dossier sulla personalità e la
creatività di Canaletto, si snoda attraverso otto sezioni che raccontano il suo
rapporto con il teatro, il capriccio archeologico ispirato alle rovine dell’antica
Roma, i primi successi a Venezia, gli anni d’oro, il rapporto con i suoi
collaboratori e l’atelier e la presenza del nipote Bernardo Bellotto (con alcuni
precisi confronti tra le versioni del maestro e dell’allievo della stessa veduta),
le vedute di Roma e dell’Inghilterra, gli ultimi fuochi d’artificio al ritorno a
Venezia. Completano il percorso espositivo alcuni documenti dell’Archivio di
Stato di Venezia.

 

Museo di Roma a Palazzo Braschi
Piazza Navona, 2; Piazza San Pantaleo, 10

Dal martedì alla domenica dalle ore 10 – 19 (la biglietteria chiude
alle 18).

Biglietto “solo mostra”: intero € 11; ridotto € 9; Speciale Scuola € 4
ad alunno (ingresso gratuito ad un docente accompagnatore ogni
10 alunni); Speciale Famiglia: € 22 (2 adulti più figli al di sotto dei
18 anni)
Biglietto integrato Museo di Roma + Mostra (per non residenti a
Roma): intero € 17; ridotto: € 13
Biglietto integrato Museo di Roma + Mostra (per residenti a Roma):
intero € 16; ridotto € 12
Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente

 

Francesco Castracane

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