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Il 24 ottobre è stato emanato l’ultimo Dpcm, che prevede ulteriori misure restrittive sulle attività di ristorazione e bar, che vanno ad essere ulteriormente colpite suscitando tensioni e proteste. A essere colpita dal nuovo Dpcm anche la scuola, in particolare le scuole superiori di secondo grado per le quali è prevista la modalità DaD – Didattica a Distanza, al 75%. Le regioni possono adottare però misure più restrittive portando la didattica a distanza al 100%, per la quale diversi presidenti di regione stanno firmando la relativa ordinanza.

Le scuole hanno affrontato già nella prima ondata di contagi, a partire da febbraio, la chiusura e la conseguente DaD, alla quale hanno dovuto adeguarsi velocemente non essendo preparati a misure del genere, e per garantire la continuità d’istruzione agli studenti di tutte le scuole.

Didattica a Distanza e Didattica Digitale Integrata

È durata appena un mese la riapertura scolastica, prima che si piombasse nella seconda ondata del virus e lo spettro di un nuovo lockdown nelle regioni che registrano preoccupanti numeri di contagi. Le modalità d’insegnamento finora adottate nelle istituzioni scolastiche sono partite per l’anno scolastico 2020/2021 dalla DID – Didattica Digitale Integrata, prevedendo l’affiancamento di supporti digitali alla didattica tradizionale.

Alla luce del nuovo Dpcm la scuola si è vista costretta a tornare all’utilizzo della Didattica a distanza, utilizzata già per concludere l’anno scolastico 2019/2020 con il supporto di piattaforme digitali. La misura introdotta per le scuole superiori, atta anche a ridurre la capienza sui mezzi pubblici che costituiscono un grande problema per il distanziamento sociale, vista la scarsità degli stessi in molte regioni, non è stata ben accolta dagli studenti.

Sono infatti molte le proteste e le manifestazioni di carattere pacifico e per lo più simbolico, che gli studenti di vari istituti di tutta Italia hanno organizzato in queste giornate di indecisione, davanti alla prospettiva di una nuova chiusura.

Ciò che mettono in risalto gli studenti è la gestione dei vari lockdown in tutta Europa, dove a restare aperti sono i servizi essenziali, tra cui anche le scuole. Scelta, che non è stata fatta invece in Italia, dove lo spettro di un altro lockdown localizzato, minaccia di estendere la DaD anche per gli studenti di terza media.

Alice Cubeddu

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One thought on “DaD al 100%: le proteste degli studenti”

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