Scarpe, vestiti e accessori: in questo periodo dell’anno sempre più oggetti si materializzano nelle nostre città. Ma da dove vengono? Da chi sono costruiti? In che condizioni di lavoro sono stati assemblati?

Nel periodo natalizio le vendite di tutti i negozi subiscono un’impennata e ondate di oggetti, vestiti, scarpe e cose, la cui caratteristica fondamentale è l’inutilità, invadono il mercato e le case di milioni di consumatori. A Natale l’acquisto e il consumo compulsivo sembrano essere ancora più necessari per esprimere se stessi attraverso, anzi “a partire” dagli oggetti. Appare quindi utile ricordare la campagna Abiti Puliti volta alla sensibilizzazione e al coinvolgimento dei consumatori, alla pressione verso imprese e governi affinché assicurino il rispetto dei diritti dei lavoratori dell’industria dell’abbigliamento e delle calzature.  Questa campagna punta a diffondere e sostenere le richieste di assistenza e solidarietà per la risoluzione dei casi di violazione dei diritti nei paesi di produzione dei capi di vestiario e di calzature che vengono poi venduti in tutto il mondo.

Abiti Puliti è la sezione italiana della campagna internazionale Clean Clothes Campaign che dal 1989 lavora per assicurare il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori di tutto il mondo. Clean Clothes Campaign unisce sindacati di categoria e ONG nel difficile compito dell’indagine sui luoghi di lavoro dell’industria dell’abbigliamento e delle calzature al fine di tutelare i diritti di chi costruisce, spesso a mano, i vestiti che poi ritroviamo nei negozi e nelle boutique illuminate a festa, soprattutto nel periodo natalizio.

Gli abusi nei processi produzione dell’industria della pelletteria e delle calzature sono sconosciuti, nonostante questo sia un settore strategico per tutta l’industria della moda. Per questo nasce la campagna Change your shoes, un’iniziativa europea, organizzata in collaborazione fra 15 organizzazioni europee e 3 asiatiche e coordinata in Italia da FAIR e Centro Nuovo Modello di Sviluppo, che promuove e difende una filiera delle calzatura etica, sostenibile e trasparente. Questa campagna promuove il diritto ad un salario dignitoso e condizioni di lavoro sicure per tutti i lavoratori di questo settore e politica di trasparenza della filiera produttiva rivolta ai consumatori.

13.606 persone hanno chiesto ai marchi europei delle calzature di fare un passo avanti, comunicare chi produce le loro scarpe e cessare di mettere a rischio la vita dei loro lavoratori e lavoratrici. La petizione era rivolta a 26 marchi europei ed è stata sottoscritta da migliaia di cittadini preoccupati per le condizioni dei lavoratori che producono le loro scarpe. Difatti 24 miliardi di scarpe sono prodotte ogni anno; l’87% sono realizzate in Asia dove milioni di donne e uomini cuciono scarpe in condizioni di grave disagio igienico e in condizione di lavoro insicure.

La delocalizzazione degli impianti di produzione in altri paesi, dall’Est Europa all’Asia, ha contribuito alla costruzione del silenzio colpevole nei confronti dei lavoratori e ha decostruito i loro diritti. Ma ora i cittadini europei stanno sollevando questi problemi e vogliono essere sicuri che le loro scarpe non causino danni ad altri cittadini del mondo e all’ambiente stesso.

Scegli anche tu la moda etica!

Per altre informazioni sulla Campagna Abiti Puliti e Change your shoes visita il sito www.abitipuliti.org o la pagina facebook Campagna Abiti Puliti.

*foto di copertina: www.abitipuliti.org; foto nel testo: www.conquistedellavoro.it e www.greenme.it

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