Sono passati 20 anni dalla pubblicazione di Harry Potter e la Pietra Filosofale, il primo romanzo della famosa saga di Harry Potter: era il 1997. Ai fan più attenti non sarà sfuggito che lo scorso settembre coincideva proprio con la fine di Harry Potter e i Doni della Morte, settimo e ultimo libro della serie, pubblicato dieci anni fa, in cui la storia termina «19 anni dopo» i fatti dei precedenti libri, cioè nel 2017, con Harry adulto che accompagna i figli al Binario 9¾, da dove parte l’Espresso diretto a Hogwarts, la Scuola di Magia e Stregoneria per maghi e streghe.

In realtà c’è stato un “seguito”. L’anno scorso è stato pubblicato Harry Potter e la Maledizione dell’Erede, ma non si tratta di un vero romanzo. Infatti, il libro trae origine dall’omonima opera teatrale divisa in due parti e diretta da Jack Thorne, di cui il libro riporta solamente la battute, ragion per cui non ha alcuno sviluppo tipicamente narrativo. L’opera teatrale è stata positivamente accolta dal pubblico, soprattutto per quanto riguarda la scenografia e gli effetti speciali. Considerandola quindi come una possibile interpretazione di come la vicenda di Harry Potter avrebbe potuto continuare, si può anche apprezzarne l’idea generale. Ma l’approvazione della sceneggiatura in qualità di effettivo sviluppo della storia da parte di J.K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter, ha lasciato perplessi i lettori, soprattutto considerando alcuni particolari abbastanza assurdi, tipo il fatto che l’audace e coraggioso Harry Potter abbia paura del buio, quando ha passato metà della sua vita a vagare nella cupa Foresta Proibita o a gironzolare di notte per i corridoi oscuri del Castello di Hogwarts, oppure che gli facciano senso i letali piccioni da piazza, mentre ha avuto a che fare con creature più pericolose come cani a tre teste, ragni giganti, basilischi, lupi mannari, dissennatori, draghi o Dudley, energumeno dalla fattezze porcelline, nonché cugino di Harry.

Sorvolando quindi su questo imperdonabile scivolone di trovata un po’ commerciale (anche se già il quinto libro della serie era stato in parte succube del mercato editoriale), i fan di Harry Potter non possono sottrarsi dal prendere parte ai festeggiamenti del ventennale della saga più fortunata del mondo. Per tale occasione la casa editrice Bloomsbury pubblicherà nuovamente i romanzi in edizione speciale, ossia con copertine diverse per ciascuna delle quattro Case, le classi in cui gli studenti di Hogwarts vengono smistati a seguito della Cerimonia della Case, tramite il Cappello Parlante: GrifondoroSerpeverdeCorvonero e Tassorosso. Su Pottermore, il sito ufficiale di Harry Potter che vanta numerosi iscritti, è possibile prendere parte al blog di discussione avviato quest’estate per dibattere sui libri della saga, oltre che leggere articoli di approfondimento inerenti il mondo fantastico di Harry Potter, oppure scoprire a quale Casa si appartiene, quale bacchetta si possiede o qual è il proprio Patronus, l’animale-spirito carico di energia positiva che protegge dai Dissennatori, creature oscure che succhiano la felicità e, nei casi estremi, l’anima.

Perché questo successo? Rowling è riuscita a tirare fuori dal nulla un mondo ricco di ambienti, personaggi e creature dotati ciascuno di peculiarità, oltre che inventare elementi fantasiosi che hanno ampliato la visione e il lessico comune. È stato così creato un genere unico e particolare, anche se non mancano ovviamente riferimenti alla tradizione fantasy, impastata di suspense e pathos, e al romanzo di formazione. In Harry Potter, infatti, al tema dominante del fantastico si abbracciano anche tematiche più realistiche, quali discriminazione, razzismo, oppressione dei più “deboli”, strumentalizzazione mediatica, corruzione e prevaricazione del potere politico, nonché il continuo affacciarsi della morte. Situazioni difficili da affrontare e combattere con coraggio, sostenuti anche dalla forza dell’amicizia e dall’amore, che porta i protagonisti a crescere. Se quindi inizialmente l’infanzia e l’adolescenza sembrano essere le realtà al centro della storia, successivamente subentrano condizioni più complesse che richiedono maggiore maturità. Non a caso la saga inizialmente è stata pensata per un pubblico adulto, ma la saggezza di alcune frasi pronunciate dai personaggi si indirizza anche e soprattutto ai più giovani, come «Bisogna sempre chiamare le cose con il loro nome. La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa» o «Sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità» oppure «Se vuoi sapere com’è un uomo, guarda bene come tratta i suoi inferiori, non i suoi pari».

La saga è riuscita a sfondare i confini del Regno Unito e ad acquistare notorietà in tutto il mondo grazie anche alla trasposizione cinematografica dei romanzi (realizzata nella decade 2001-2011), di cui l’ultimo diviso in due parti. Si tratta di colossal che hanno visto la partecipazione di ben quattro registi: Chris Columbus, Alfonso Cuarón, Mike Newell e David Yates, oltre che di un ricco cast, all’interno del quale spiccano i protagonisti principali Daniel Radcliffe (Harry Potter), Emma Watson (Hermione Granger) e Rupert Grint (Ron Weasley). I film non sempre possono essere fedeli ai romanzi, per questioni di budget o anche per tempistiche, perciò è consigliabile leggere i libri originali, anche in lingua originale, per cogliere meglio le sfumature. Buon ventennale e.. Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!

Diciannove anni dopo la storia continua… Per chi non volesse mai staccarsi dal mondo fantastico di Harry Potter, può consultare il sito ufficiale: www.pottermore.com
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