Giorgia Meloni vince le elezioni politiche del 25 settembre con il 44%, contando i voti presi anche dagli altri partiti, Lega e Forza Italia, in coalizione con Fratelli d’Italia. Meloni dichiara, durante la prima conferenza stampa post elezioni, che “da quello che emerge si possa dire che dagli italiani è arrivata un’indicazione chiara, e l’indicazione chiara è per un governo di centrodestra a guida FdI”

Ora, senza nulla togliere al risultato ottenuto, basta fare un banale calcolo per comprendere che la maggioranza degli italiani non solo non ha votato per Fratelli d’Italia, ma non ha votato nemmeno, singolarmente, in modo maggioritario, per Lega o Forza Italia. Abbiamo assistito ad una frammentazione del voto degli elettori di centrosinistra principalmente dispersasi tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle che, probabilmente, se avessero formato una coalizione salda, avrebbero potuto portare a casa una vittoria. Non schiacciante, ma pur sempre una vittoria. Inutile, chiaramente, incolpare gli elettori di questo risultato, inutile anche, da un lato, incolpare dei partiti che non hanno voluto giocare con la stessa strategia dell’aversario. Il nostro sistema elettorale premia le coalizioni, e a meno di creare due singoli poli distinti (destra-sinistra) alla stregua del binomio repubblicani-democratici del presidenzialismo americano, non potevamo non aspettarci questo risultato

Quello che sembra doveroso sottolineare, però, è che no, non è vero che la maggior parte degli italiani ha espresso una preferenza per il centrodestra. Quello che emerge, invece, da queste elezioni politiche è il forte aumento dell’astensionismo, dato preoccupante al quale i politici devono iniziare a dar conto, e il voto frammentario degli elettori che non riescono a trovare un’alternativa valida e rappresentativa ai partiti di destra. Inutile piangere sul latte versato, serve rimboccarsi le maniche e ripensare a delle politiche che rispondano in maniera chiara ai desideri dei cittadini, abbandonando le campagne di comunicazione che strizzano l’occhio ai meme e lasciando da parte gli account tiktok. Serve ripensare la sinistra italiana.


Chiara Saibene Falsirollo

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