No-Green-Pass-Trieste-Fotogramma

Da qualche settimana alla scia di negazionisti e tumultuosi che hanno occupato le pagine dei giornali nell’ultimo anno e mezzo, si sono aggiunti i No Green pass, estensione dei No Vax e comunemente detti “No Pass”, che occupano le strade di tutta Italia da nord a sud minacciando disagi e gridando “libertà” contro la “dittatura sanitaria”.

Già da tempo l’obbligo della Certificazione europea verde COVID-19, attiva in Italia da inizio agosto, aveva fatto levare le prime proteste ma si era anche verificata una significativa corsa al vaccino, in particolare tra i più giovani. Ad oggi le proteste impazzano e le piazze di tutta Italia sono giornalmente occupate da chi crede strenuamente che l’obbligo del Green pass, e quindi di vaccinazione o tampone ogni due giorni, sia una violazione delle libertà personali.

Ad infiammare ancora di più gli animi, l’obbligo della certificazione verde nei luoghi di lavoro, siano essi pubblici o privati, in vigore dal 15 ottobre. Un obbligo “annunciato” quando con la sua introduzione erano stati compresi cinema, teatri, palestre e tutti i luoghi pubblici e le manifestazioni, comprese le mense aziendali: situazione che fece insorgere i sindacati ad agosto in quanto dichiaravano che “le mense fanno parte del lavoro e pertanto tutelate dai relativi contratti di lavoro”.

Le proteste non sono state esenti da tensioni e nell’universo No Green pass si fanno capogruppo i portuali di Trieste che hanno minacciato l’immediato blocco lavorativo, per proseguire il 24 ottobre con il “No paura day” al fine di “abolire il Green pass in nome della libertà”, per infine annunciare una nuova manifestazione prevista per il 27 ottobre. Da Trieste a Genova, da Milano a Roma sfilano gruppi grandi e piccoli di manifestanti che gridano i loro diritti e si rifiutano di far parte del resto della popolazione vaccinata e al riparo così da un violento manifestarsi di un eventuale contagio. C’è da ricordare che il vaccino è ad oggi la principale arma contro la pandemia che ha messo in ginocchio la società intera, un sistema già martoriato da molte problematiche economiche e sociali e le proteste si configurano come il rifiuto a intraprendere una strada che possa aiutare a non fare un passo indietro tornando così ai primi periodi del Covid-19, con ingenti numeri di morti, e ospedali al collasso.

L’Italia è fra i primi paesi in Europa per numero di vaccinazioni, con il 75% di dosi somministrate e l’obbligo del Green pass sembra fare da modello per gli altri paesi europei, nelle sue diverse forme. È stata per prima la Francia ad adottare tale misura ed anche la prima ad affrontare l’ondata di proteste in tutto il Paese già nel meso di luglio. Vige in Germania in tutti i locali pubblici e privati, in Grecia e parzialmente in Spagna. Altri paesi come la Romania, la Bulgaria e la Russia, sono divise tra limitazioni, nuovi coprifuoco e accessi contingentati.

Dati alla mano, la situazione contagi in Italia resta comunque sotto controllo specie se si considerano le nuove ondate che stanno colpendo diversi Paesi europei, come la Gran Bretagna dove si registra un aumento dei contagi e si valuta l’introduzione della certificazione verde.

Alice Cubeddu

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